Il 25 marzo ricorre la solennità dell’Annunciazione del Signore: Maria, madre del Signore, riceve la visita dell’Arcangelo Gabriele che le “propone” di restare incinta senza conoscere uomo.
In inglese credo si dica Annunciation of the Lord, quindi ecco spiegata parte del titolo, l’A day.
Felice concomitanza – il mio parroco alcune domeniche fa ha parlato, in altro ambito, ovviamente, di fortuna, il che la dice lunga su come siamo messi male – ma avrei dovuto dir meglio: per Divina Provvidenza, è stato anche il giorno della vaccinazione.
Con quel po’ di ansia che nasce dal clamore mediatico delle vicende connesse alla vaccinazione, mi sono recato presso il punto vaccinale indicatomi, ho pazientato per una buona mezz’ora in attesa che una paziente dottoressa si liberasse di una petulante paziente ed eccomi, alle 10:48, a porgere l’altro braccio, ovvero quello che uso di meno; una veloce iniezione, una mezz’ora di attesa prima di uscirmene e via.
Sono stato contento di averlo fatto: lo ritengo un dovere civico oltre che una misura precauzionale per la propria persona.
Devo confessare che avevo anche tentato di accelerare la cosa: tempo addietro, avendo sentito dal generale Figliuolo, quello che ha più nastrini sulla divisa che capelli in testa (ma è pura invidia, lo ammetto, e non solo per i nastrini – e spero che verrà giudicato per i risultati ottenuti e non per le onorificenze che legittimamente esibisce), che la sera avanzavano dosi e che, quindi, si correva il rischio di doverle buttare, quando ho accompagnato mia madre a vaccinarsi, essendo all’imbrunire, mi ero proposto, nel caso fosse stato possibile, di farmi sforacchiare seduta stante.
Qualche motivo l’avevo, essendo il caregiver della suddetta mamma, anzianotta e non proprio scoppiante di salute: in effetti se mi fossi qualificato come caregiver avrei meritato di essere rifiutato ed anche con ignominia visto che è inutile usare parole inglesi quando semplicemente si potrebbe dire “sono colui che si prende cura di …”
Ma non fu quella la motivazione: mi risposero molto cortesemente che esistevano delle liste di riservisti e da quelle avrebbero attinto; a parte il riferimento militaresco compresi bene che la mia era una richiesta giustamente non accoglibile e ringraziai per il cortese chiarimento.
Ho vissuto tutto il periodo della pandemia (ed ancora, fino ad immunizzazione della povera genitrice) con la preoccupazione che potessi in qualche modo procurarle nocumento, essendo io, suo convivente.
Al momento siamo entrambi vaccinati ed in attesa del richiamo, felicemente vaccinati.
Grazie, quindi, al personale medico, paramedico, ai volontari, a tutti coloro che hanno contribuito alla buona riuscita degli eventi: conosco l’abnegazione con la quale moltissimi di loro si dedicano, ogni giorno, alla professione o al volontariato.
Ringrazio anche tutti i colleghi ed amici che si sono informati delle mie condizioni: la loro vicinanza è un balsamo in questi tempi difficili.
Mando un abbraccio anche a coloro che sono malati.
A tutti l’augurio di coltivare, anche in queste occasioni, un buon pensiero, proprio come Maria, che ha ricevuto una proposta inaudita, alla quale ha detto sì, avendoci pensato.
A questo proposito mi viene da pensare a quanto sia stata scandalosamente privilegiata: immagino oggi quali e quante interpellanze parlamentari e discussioni si sprecherebbero per accusare il Signore di favoritismo e la povera Maria di essere una “paraculata”; chissà se è stata ripescata in una lista di riservisti, di categorie indispensabili o aveva conoscenze o parentele in alto loco.
Credo andrebbe rivalutata l’idea di privilegio.
Parma, 25 marzo 2021 nella Solennità dell’Annunziazione del Signore