una simpatica gaffe clericale

Domenica mattina, durante gli avvisi, al termine della Messa, il parroco ha tentato di eguagliare uno dei politici di punta del nostro amato governo, il mitico ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano.

In cosa intendesse competere col ministro è presto detto ma serve un passo indietro, di qualche anno: durante la solita cerimonia religiosa, non ricordo a quale proposito ma mi pare sempre negli avvisi finali, lo stesso parroco, persona degna e stimabile, commentando un evento, si lasciò scappare un “ma per fortuna …”, espressione banale e gergale molto utilizzata (financo troppo) ma che lasciò alcun tra i più puntigliosi presenti un poco sconcertati.

Passi che bisogna parlare il linguaggio del popolo, ma citare la fortuna per spiegare lo svolgersi di certi fatti del mondo sembrò fuori luogo visto che l’intero edificio in cui si trovavano gli astanti celebrava o perlomeno ricordava che motore del mondo è la Provvidenza (la Divina Provvidenza), non certo la cieca fortuna.

Un piccolo scusabile errore.

Ma, eccoci al ministro, o meglio al suo emulo; non contento di una gaffe, anche il parroco si è concesso un bis: come dicevo, siamo a domenica mattina, la Messa sta per terminare ed il parroco spiega ai fedeli che c’è stata una inversione nella celebrazione di due santi.

Era stata anticipata la festa di santa Brigida, patrona d’Europa, per poter festeggiare, alcuni giorni dopo, il santo patrono della nostra regione, sant’Apollinare in Classe.

Sulle due date ho scoperto solo più tardi quel che il parroco non era riuscito a chiarire ovvero che nel calendario romano la festa di sant’Apollinare è stata anticipata al 20 luglio, nonostante il dies natalis sia il 23, poiché in questa data è sopravvenuta la concomitanza con la festa di santa Brigida.

Passi dunque la questione delle date, ma chiamare il nostro patrono sant’Apollinare in Classe è stato un momento di lirismo clerical liturgico impagabile.

Il parroco è lombardo quindi è ben scusabile l’errore, ma mi ha fatto sorridere bonariamente ed ha richiamato alla memoria uno spezzone di un film che ritengo molto molto bello, “State buoni se potete”, diretto da Luigi Magni, con Johnny Dorelli e Philippe Leroy.

Alla presenza di insigni personalità de suo tempo, in attesa dell’arrivo di un tacchino arrosto, don Filippo Neri, per intrattenere i commensali, incarica uno dei suoi monelli, tal Sciaboletta, di intrattenerli, raccontando la vita di qualche santo.

Santa Teresa d’Avila, una dei presenti, ricorda che in quel giorno si festeggia san Giovanni ed ecco che il nostro Sciaboletta si lancia in questo simpatico racconto degno del ministro Sangiuliano e del mio parroco: “In primis ci sarebbero tre san Giovanni: san Giovanni Battista, san Giovanni Evangelista e san Giovanni in Laterano …”

Chissà per quali reconditi richiami questa scena è l’unica del film che mi è rimasta vivida nella memoria, assieme alla colonna sonora, splendida, di Angelo Branduardi, cantautore che mi piace molto.

Per i pochi che lo ignorassero, il santo patrono dell’Emilia Romagna è sant’Apollinare, protovescovo di Ravenna, originario di Antiochia dove si dice sia stato discepolo di san Pietro, quel san Pietro in Vaticano, primo Sommo Pontefice; è idealmente considerato il primo evangelizzatore della nostra amata regione, questo è il motivo del suo patrocinio.

Mi viene anche in mente che il suo culto, almeno in quel di Parma, non è molto diffuso; tempo fa mi misi, chissà perché, ad indagare sul sesso di questo santo vescovo, quel che feci fu domandare ad un ristretto gruppo di persone (che non definirò per non esporli al pubblico ludibrio) – giovani cioè di non oltre 35 anni – di quale sesso fosse sant’Apollinare, il risultato fu sconfortante.

Nessuno rispose subito, senza pensarci, molti, dopo attenta (scherzo) riflessione, risposero dicendo che era una donna; da quel banale episodio, fatto per scherzo in sfida ad una collega, ho tratto alcune considerazioni: il patrimonio culturale cristiano, quello che per me è sempre stata una sorta di musica di sottofondo, quasi onnipresente, è ormai scomparso, ma pure quello culturale poiché ogni classe delle scuole medie o superiori una gita a Ravenna la prevede sempre ma nessuna traccia sembra esserne rimasta.

Ma io sono pessimista, anzi, come mi apostrofò una volta una collega: “lei non è pessimista, è distruttivo”!

Mi piacciono comunque questi piccoli errori, anche i miei, rallegrano le giornate ed aiutano a ricordare che l’infallibilità è riservata solo al Sommo Pontefice e con molte limitazioni e distinguo.

Parma, 21 luglio 2024 memoria di san Lorenzo da Brindisi

 

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