Un sogno breve: “tolgo la catena che assicura due ciclomotori Ciao – vecchiotti ormai -poi iniziamo un giro per Milano: siamo io e mia madre, entrambi col casco.
Andiamo in un appartamento dove si trova la segreteria della S.A.P. per pagare l’iscrizione al corso annuale: mia madre paga con un assegno ma dalla cifra toglie il primo numero (trasformando 1100 € in 100 €); io me ne accorgo e lancio uno sguardo di intesa con la segretaria come a suggerirle di non badare a quello che facendo mia madre che è matta, dopo di che rimedio all’errore e faccio l’assegno io, stavolta corretto.”
La prima parte del sogno mi ricorda la celebre scena di – credo – Vacanze romane, coi due protagonisti, giovani belli e spensierati che vanno in giro in vespa per Roma: sono una bella coppia ed allo stesso modo mi avverto io col motorino: si potrebbe dire che, finalmente, la mamma diventa una donna, come tante altre donne.
Questa poi toglie la prima cifra dell’importo, con una manovra strana perchè normalmente non si toglie la prima ma l’ultima, ma quel che è interessante è che la cifra che cade è un uno ovvero un pensiero unico (che rischia di diventare unico pensiero) ma anche il pensiero di uno chiuso al rapporto, rende quindi possibile pensare ad un altro. Non a caso è reso possibile anche un cenno d’intesa con la segretaria.
Un gran bel sogno che ha mi ha fatto tornare in mente anche la vicenda del bambino di Padova: pare che la Mussolini sostenga che i bambini devono stare sempre e comunque con le madri, non so se sia vero, spero di no.
Un dato è certo: l’onorevole, per parlare col bambino, dipinto dai media come bravissimo a scuola, quindi non scemo, gli mente sull’identità, il primo approccio è una menzogna…
Il bambino non è considerato un essere pensante, dovunque lo si guardi: premio per il vincitore di un conflitto, partigiano di una delle parti, oggetto delle attenzioni dei media.
Spero per lui che incontri qualcuno che gli offra altro.
