Ho letto l’editoriale di Michele Ainis di ieri, 29 marzo, sul Corriere della Sera, intitolato “Il bersaglio immobile”, dedicato alla pietosa situazione italiana.
Ho avuto anche occasione di scambiare alcune battute con un amico che ipotizzava, trovandomi concorde, una possibile guerra civile e la presa di potere da parte di un uomo forte.
Mi sono trovato, almeno in parte, d’accordo: il clima di malcontento, paralisi e guerra di tutti contro tutti, la lamentela contro una politica litigiosa e inconcludente che riesce a brillare solo per le figuracce internazionali (i marò) ed i dissidi interni (dimissioni ministeriali, scandaletti e scandalucci vari) non prepara forse la strada alla necessità che qualcuno porti ordine e prestigio? che rialzi le sorti del paese, ponendo fine alle parole per passare ai fatti…
Non so se accadrà una cosa del genere ma il clima è davvero pesante.
In tutto questo, però, mi pare di scorgere un clima che si fa un baffo della tragedia: siamo alla farsa o peggio.
Non mi preoccupo, però, di criticare i politici o chi per essi, non ne vale la pena.
Ciò che conta è coltivare il proprio orto ed in questi giorni ho avuto qualche abboccamento per cambiare casa, chissà che non ne venga qualcosa di buono: tra le speranze ho quella di trovare una sistemazione decorosa che mi permetta di avere ospiti conviviali cioè che abbiano il piacere di condividere con me una qualche cena.