Erano le 4.04 di stanotte, 20 maggio, festa dell’Ascensione, quando la terra ha deciso di sussultare; non ho mai avuto paura dei terremoti e nemmeno stanotte a dire il vero, salvo un po’ d’ansia.
Non era paura ma, per un qualche istante, ho pensato alla possibilità di essere giunto al termine dei miei giorni; varie scosse in seguito hanno turbato il riposo assieme alle voci dei vicini di casa scesi in cortile.
Sensazione stranissima: per alcuni secondi, che mi sono parsi abbastanza lunghi, ho avuto la nettissima sensazione che avrebbe potuto accadere qualsiasi cosa, fino a quella più definitiva; non mi sono mosso e non per coraggio o paura: non sapevo bene che fare, non avevo qualcuno da soccorrere, di cui occuparmi, così ho aspettato ed è passata.
Alle 8 poi ho ricevuto il primo sms della mitica Wonderdanielina (che mi ha svegliato visto che avevo il cellulare acceso essendo reperibile): è stata davvero carina (come se fosse possibile dubitarne) così come Umberto, Marta, Silvia e Grazia che si son fatti vivi per sapere come stavo.
In Cattedrale ho trovato una piccola area delimitata, segno della caduta di alcuni calcinacci, ma niente di più serio; a casa sento le nuove scosse delle 11.14 e delle 12.13: non me ne faccio scappare una, pure quelle delle 15.19 e delle 19.38.
La giornata anche metereologicamente è infelice, sembra di essere a novembre (che non è tra i miei mesi preferiti).
Siamo un paese che custodisce – e temo ormai ci limitiamo solo alla custodia – opere d’arte come nessun altro al mondo, è un refrain ormai banale, lo dicono tutti: urge investire sulla tutela, non possiamo permetterci ferite così devastanti.