Tempus plantandi

Tempus plantandi et tempus evellendi quod plantatum est: ieri l’altro ho sradicato le piante di pomodoro ormai esauste, ho vangato dove serviva, zappato il resto, restaurato una schiena dolorante ed oggi, prima uscita ufficiale di mia madre, che è venuta con me: sono andato ad acquistare i radicchi da trapiantare, per l’inverno.

Alla cassa, l’addetta mi ha chiesto se siamo gestori di un orto sociale, vista la quantità di piantine che ci siamo portati a casa: i radicchi di Chioggia, precoci e tardivi, non mancheranno, a Dio piacendo, in tavola quest’inverno.

Ho azzardato anche alcune piantine di cavolfiori, assoluta new entry che spero mi dia buoni frutti.

Stamattina l’ottimo Cristian è stato così cortese da offrirmi ben due deliziosi cannoncini alla crema, provenienza 212; praticamente dopo essere smontato dal turno di notte è tornato per offrirmi la colazione: la mia gratitudine a questo baldo giovanotto che ritengo tra le persone più serie del comando anche se fa il pistola ad ogni piè sospinto, cosa che non sempre è da apprezzare.

Poi le foto della Serenella (me ne ha proposte due, non crediate che perdo tempo al lavoro): le invidio sinceramente l’occhio, cioè il pensiero che la guida, rendendola capace di cogliere luci, dettagli, situazioni molto suggestive. Davvero brava come fotografa, capace di valorizzare elementi semplici come due chiocciole sopra uno stelo mosso dal vento, come pure di fare emergere la bellezza della propria adorata figliola o cogliere il calore e colore di un negozio di bigiotteria in un paese del nordafrica.  Unica nota negativa è la falsa modestia, perchè non vuole ammettere di essere brava, cioè capace di produrre foto apprezzate, gradite, benviste.

Della serie com’è pericoloso il narcisismo.

Apprezzo molto che mi trattino bene, credo, tutto sommato, di avere ben seminato, a Modena.

Sopra tutto, però, vi è l’uscita di mia madre, lenta, faticosa ma, spero foriera di ulteriore ripresa.

Travasata l’orchidea, domani mi aspettano le piantine di radicchio e la terra, che notoriamente sta molto in basso per la mia schiena ed anche per la testa che, ogni tanto, mi gira pericolosamente; mi ci vedo svenuto in mezzo al radicchio, molto agreste come scena, con mia madre a correre (si fa per dire) per salvare le povere piantine dal mio peso.

Nuovamente tempus plantandi, che è sempre cosa buona.

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