sogno omicidiario

Nella notte tra 7 ed 8 novembre:

ho ucciso una donna, non so né come né perché.

Debbo disfarmi di alcune cose sue, che non so bene cosa siano; forse sono avvolte in una borsa, tra queste potrebbe esserci un galletto di cristallo.

Entro in un negozio di merceria, che credo frequentasse anche la vittima, vicino a casa (credo); in questo negozio, composto di più stanze, entro nella stanza di destra, apro un cassetto e nascondo questo pachetto di roba sotto la merce, quindi esco subito.

Mi trovo in un’abbazia o una chiesa protestante; forse parlo con l’abate e gli dico qualcosa: tra i monaci compare Federico; l’abate mi dice che ci possiamo allontanare e parlare o che posso parlare liberamente; non ricordo se io chiedo a Federico se posso parlare sotto il vincolo della confessione oppure è lui che me lo dice (ma potrebbe essere che io rifletto sul non poter parlare perché lui non ha il vincolo della confessione).

Camminiamo forse all’interno della chiesa o forse in direzione o nel chiostro ma non credo di avergli svelato questo segreto dell’omicidio.

Ho un motorino che parcheggio dietro un cartello pubblicitario e vedo dei colleghi nelle vicinanze mentre a fianco c’è un palazzo con fregi ed incisioni che voglio fotografare.

Dopo un po’ si avvicina il collega e mi chiede il rsm o qualcosa del genere, perché ci sono dei problemi.

Il motorino ha una targa fotocopiata; io paro il motorino e mostro  documenti che lui guarda e dice che vanno bene; potrei dirgli che sono un collega ma non lo faccio perché è giusto che faccia i controlli ed io devo essere a posto.

Chiedo poi se dia fastidio, precisando che l’ho messo in quel luogo volontariamente, pur avendo visto i colleghi, perché intendevo fotografare questo palazzo a fiano; il collega mi dice di non sapere se il palazzo sia moderno, rifatto o tarocco, mentre io penso sia del Seicento.

Sono all’interno del palazzo e c’è una stanza dove sono esposti numerosi ninnoli, molto piccoli e delicati, vicino ad una finestra.

Mi ci avvicino e sembro toccarne uno come se volessi e non volessi farlo cadere; ci sono due visitatrici che mi guardano poi una di queste va a sistemarli, come a proteggerli dal mio tentativo di farli cadere, ma io non avevo quell’intenzione sebbene provassi un brivido, forse una sensazione angosciosa all’idea di poterli far cadere.

Parma, 8 novembre 2018 memoria dei Santi Quattro Coronati Martiri

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.