Sogno tra 11 e 12 novembre 2018.
Mi trovo in classe, forse è un inizio anno, c’è un compito in classe di latino, il professore è Giuliano Pescaroli.
Ci detta il brano, che io scrivo con una penna che o è stilografica o da intingere nell’inchiostro; sono decisamente lento (impacciato?) per cui riesco a scrivere solo alcune frasi incomplete.
Il brano è molto famoso (forse una poesia) e sono sicuro che ci siano ampie citazioni sul vocabolario, credo anche di saperlo a memoria ma non lo ricordo.
Chiedo alla compagna che mi sta davanti (è Edy) se me lo può dettare ma non ricordo che risposta ottengo, non positiva.
Di fianco ho Angelo o Gaetano ma anche lui è inutile (scambio qualche battuta che non ricordo).
Mi rivolgo al professore che mi dice non ricordo cosa; mi passa qualcosa, forse una piccola borsa, che dovrebbe contenere il compito, ma non è così.
Gli dico dunque qualcosa mentre lui ha a che fare con credo tre pappagalli molto colorati; credo mi spieghi che è facile (o complicato) portarli in vacanza perché …
Chiedo a che ora finirà la prova e mi risponde, credo, alle 14.30; guardo un orologio sulla parete e penso che ho tutto il tempo, tuttavia sono molto inquieto.
Anche mia mamma stanotte ha fatto un sogno, evento rarissimo, eccolo:
In casa c’era una grande confusione, macerie e disordine ovunque e due uomini – non sa dire chi sono – assieme a mio fratello stanno sistemando.
Io (probabilmente) ho portato a passeggio col guinzaglio, un gattino rosso, tornato a casa le affido il gattino che lei decide di lavare; dopo averlo fatto considera che è bellissimo ma forse qualcuno le obietta che era troppo piccolo per essere lavato.
Sotto il tavolo della cucina c’è un altro gattino, bianco e nero; mia mamma si rivolge a mio fratello dicendogli di procurarsi un’altra scatola da posizionare … in modo che ciascuno ne abbia una a disposizione per dormire.
Il professor Pescaroli è stato uno di quei pochi che ho stimato come docente (altri insegnanti li ho apprezzati per le doti umane, non per quelle professionali); i pappagalli sono frutto di un colloquio col mio comandante, i compagni di classe sono rispettivamente una del liceo e due delle elementari e medie.
La cosa curiosa del sogno è che sembro avere un sapere da cui non riesco a trarre profitto mentre gli aiuti – il professore e i compagni – mi sono inutili.
C’è un lavoro in corso che non riesco a portare a conclusione, sebbene ne abbia gli strumenti (la poesia la conosco a memoria sebbene non riesca in alcun modo a trascriverla tutta né a ricordarla a memoria).
Il lavoro è quello di lasciar cadere l’uomo vecchio a favore di un uomo nuovo.
A questo proposito mi è venuto da pensare al mio stile di vita “estroso”, alle mie famose sciarpe (che non utilizzo ormai più), ai soprannomi che amo affibbiare alle persone che apprezzo, alle suonerie personalizzate che identificano amici e non solo.
Ci trovo un tratto comune: l’ironia più o meno manifesta; in ogni soprannome o suoneria c’è una benevola canzonatura ma, anche e soprattutto, un ponte lanciato, un modo per invitare l’altro a statuire un buon rapporto, il che non è poco.
Un curioso episodio notturno: tornando da quel di Modena, in auto, verso mezzanotte e mezza, all’uscita dell’autostrada, sono stato fermato dalla polizia stradale per un controllo; molto cortese, il poliziotto si è avvicinato al finestrino lato passeggero, mi ha chiesto alcune informazioni banali banali (da dove viene, è residente a Parma …), i documenti e l’assicurazione, li ha visionati per poi restituirmeli e salutarmi; ho risposto, com’era doveroso, con cortesia augurando buona notte e buon lavoro; non ricordo di essere mai stato controllato dalla polizia stradale.
Parma, 12 novembre memoria di Sant’ Emiliano della Cogolla Monaco, di San Diego di Alcalà Religioso, del Beato Giuseppe Raimondo Medes Ferris Laico coniugato, martire e di San Margarito Flores Garcia Sacerdote e martire
PS: oggi è l’onomastico di tre cortesi colleghi, uno dei quali ignorava l’esistenza del santo eponimo; a ciascuno di loro i miei migliori auguri