sogno con uno strano abate

Lo strano abate non è il protagonista ma una della tante strane comparse di questo sogno.

Un uomo, ricoverato in ospedale (?) parla con …

Ci sono tre bicchierini da caffè che contengono sperma: servono per verificare la fertilità.

Scendo di un piano, forse arrivo al piano terra e vado da due o tre dottoresse, alle quali consegno i bicchierini; una di queste dottoresse esamina un bicchierino che ha un puntino nero, si sposta per vederlo meglio ma inciampa e cade a terra bella distesa; da quella posizione mette le dita all’interno del bicchierino prendendone il liquido per esaminarlo da vicino. Io (o qualcun altro) le diciamo che è sperma ma lei sembra non badarci.

Un medico mi dice: “è un ragno”, altro non ricordo.

Ora mi trovo in una città tipo Urbino o Camerino, in discesa; ho in mano alcuni fogli coi quali scatto delle foto, poi vedo che le foto non vengono (forse perchè i fogli sono già pieni) ed utilizzo il cellulare.

Scatto foto ad una bellissima chiesa, che si staglia contro una montagna (potrebbe essere il duomo di Orvieto), a grande distanza, poi fotografo una giostra ed un crocifisso.

C’è una grande fontana dove stanno girando un film, forse rifanno la scena per la settima volta: in una di queste volte c’è un ragazzino che parte con poca decisione per cui la scena non va bene; in un’altra che non va bene è forse un tuffo nella fontana.

Scendo ancora e mi trovo di fronte all’ingresso di una chiesa; qui ci sono tre zingare, grasse e brutte, che si avvicinano; io mi appoggio al muro per riparare il portafogli mentre rivolgo loro parole sgradevoli (che non ricordo).

Forse una di queste ha in mano un foglio, glielo prendo e scappo in chiesa; il foglio è parte di uno più ampio che ha a che fare con il mondo ecclesiastico.

In chiesa è in corso una funzione o riunione: ci sono persone sedute in cerchio quando arriva uno che ha intesta una sorta di fascia a quadratoni colorati grigio e viola.

I presenti lo chiamano abate ma io penso (?) che dovrebbero chiamarlo eccellenza.

Non ricordo se aspetto la fine di quell’incontro o funzione per chiedere se quel foglio sia di qualcuno.

Un uomo mi chiede se vivo solo (?), di dove sono (?) e mi dice che potrei andare bene per … non ricordo.

Sono fuori dalla chiesa; mi si avvicina l’uomo di prima per dirmi che quel foglio è di una suora (?) che si era dimenticata o non se n’era accorta.

Infine mi trovo sotto quel grande crocifisso di prima che ha forse a che fare col terremoto.

I materiali mnestici mi derivano dalla presenza, in questi giorni, in ospedale per motivi professionali e non soltanto.

Camerino mi ricorda l’università alla quale si era iscritto un mio amico e collega (ed io stesso secoli or sono).

La fontana del film, è fin troppo ovvio, ricorda La dolce vita, con Anita Ekberg ma anche il film che è stato girato anche a Parma da Walter Veltroni; non ho avuto rapporti col regista ma con la produzione, per verificare alcune questioni sì; ricordo che mi è rimasta impressa la battuta di un collega che non posso però riferire.

Le tre zingare mi ricordano le famosissime streghe del Macbeth che predicono il futuro, condizionando le scelte dei vari personaggi secondo una logica che mi fa pensare alla canzone Samarcanda di Roberto Vecchioni: in questo caso il tentativo di sfuggire alla morte equivale a farsi trovare in orario all’appuntamento con la stessa, in quel caso il tentativo di interpretare a proprio favore le ambigue profezie fa sì che queste stesse si realizzino anche nelle parti più inverosimili. Il legame è forse molto tirato ma questo mi viene in mente.

Il fogli mi ricorda, invece, un biglietto di invito o qualcosa di simile, forse una supplica a Pio XII, che mi regalò decenni addietro l’amico Federico, uno di quei biglietti con stemmi araldici seppur ecclesiastici che tanto amo.

Lo strano abate mi ricorda che ebbi come direttore spirituale un abate benedettino e che la figura dell’abate mi ha sempre affascinato moltissimo non foss’altro perché ha la peculiarità di essere eletto a vita (ma quello anche il generale dei gesuiti) ed ha diritto ad usare le insegne pontificali.

Chissà cosa ne verrà di buono da questo sogno, di certo già un frutto è stato raccolto: l’attività onirica mi libera dalle fissazioni e dalle tristezze della vita quotidiana, il che non è poco.

Parma, 20 luglio 2018 memoria di Sant’ Apollinare di Ravenna Vescovo e martire e delle Beate Rita Dolores Pujalte Sanchez e Francisca del Sagrado Corazon de Jesus Aldea Araujo Suore, martiri in Spagna

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