Nella notte tra 5 e 6 novembre 2017 un curioso sogno che unisce amici e colleghi di vari comandi, coi quali ho avuto l’onore e il piacere di lavorare:
Mi viene affidato un ragazzo/uomo, un bell’uomo, in custodia perché deve scontare ancora due giorni di carcere; mi trovo alla Coin, direi di Rimini anche se l’edificio ricorda quella di Parma.
Mi pongo il problema se dovrà restare fino alla mezzanotte del giorno dopo o la pena terminerà in mattinata.
Lui è seduto accanto a me, su una serie di panche appoggiate al muro; ad un certo punto si alza, avvicina all’ascensore e sale.
Mi metto davanti all’altro ascensore in attesa di salire a mia volta anche se rifletto che non potrà scappare perché questa è l’unica uscita.
Non ricordo se lui ritorna o lo prendo io al primo piano e lo rimprovero, forse si difende dicendo che non poteva fuggire ma gli spiego che se arrivasse un’ispezione e non lo trovassero con me o comunque non sapessi dire dove fosse farei brutta figura.
È sera, lui si è allontanato ma torna, scende da un’auto, col telefono cerco di prendere la targa… Discuto animatamente mentre i nostri volti si avvicinano: l’atmosfera è grande attrazione e infatti a un certo punto lui (o io?) mi bacia.
Ora dovremmo (o sono solo?) entrare ma c’è tutto chiuso e non so se ci sia un allarme, ma si avvicina l’orario di apertura e aspetto che arrivi qualcuno (oppure è giovedì pomeriggio e il negozio è chiuso).
Mi trovo in cantina/sotterraneo, sempre del negozio: c’è un film in un grandissimo televisore: un tizio cammina in un locale (o in treno?) e spara a chiunque incontri, anche bambini piccoli.
Arriva, forse, qualcuno che può togliere l’allarme o, meglio, io credo o sento che è arrivato perchè non lo vedo.
Sono a Cesena: la Cristina S. mi chiede di andare in un posto (dopo lo stadio?), ha una serie di carte in mano che consulta, dove c’è un tipo che si lamenta di un problema architettonico: l’ombra di qualche costruzione rovinerebbe il paesaggio. Credo sia un francese…
Penso di arrivarci con le indicazioni del cellulare perché ovviamente non conosco il posto e consultando le carte di Cristina non ci si capisce niente o forse non ci sono le indicazioni che cerco.
Rientrano dal centro alcune colleghe che parlano tra loro criticando, forse nemmeno salutano ma si lamentano del servizio e dell’organizzazione.
Chiedo a Paolo Faedi un armadietto e lui mi accompagna, passando a fianco delle colleghe.
Arriva uno che si lamenta dello stato del bagno e io credo di avere detto a Paolo che in bagno, se posso, vado raramente anche se adesso che ho la prostata…E penso che c’è comunque qualcuno pagato x pulirli anche se non è un servo e quindi non è giusto sporcare…
Mi trovo a fianco dell’amico Alessandro Scarpellini, vicino c’è il tizio, dipendente comunale, forse dice di essere un collega al che io ribatto che quando siamo in strada tutti i comunali si spacciano come colleghi e Alessandro concorda.
Mentre esco dal locale dove ci sono le colleghe mi chiedo, con evidente preoccupazione, come sia possibile che proceda la civiltà, con questo modo di pensare e preciso a Paolo che intendo proprio il legame sociale.
Gli chiedo una chiavetta USB per le foto che farò durante il sopralluogo e lui me ne dà una da 700 mb, che giudico del tutto insufficiente.
La mostro ad Elisa ma lei forse mi fa notare cheè di… Ci sono varie scritte sopra e io non trovo quella dei 700.
Forse avevo invitato Paolo a bere un caffè ma lui rifiuta perché sta per iniziare un concerto… ed in effetti vedo nella stanza a fianco una sorta di pianola contro il muro.
Ora mi trovo con Elisa, dobbiamo scendere, c’è una scalinata ma appena imboccata vediamo che è piena di belle di notte in fiore e di ragnatele, allora commento che non è questa la strada.
Mentre scendiamo lungo una strada le chiedo se le è piaciuto il convegno di Rimini, mi correggo Riccione e lei risponde che no non le è piaciuto, nemmeno il mio preferito Andrea (?).
Forse invito anche lei x il caffè, prima accetta poi pare non ci sia tempo ma mentre ci separiamo mi dice che nel pomeriggio potremmo andare a pescare, cosa che mi lascia vagamente perplesso.
Potrebbe anche essere che sia passato, velocemente (in auto, corriera, treno?) per Livigno, ma non ne sono certo anche se ricordo qualcosa di una strada stretta, in salita, con la neve e negozi su ambo i lati.
Una rivisitazione geografica ed umana di quasi tutta la mia storia, un sogno davvero di ricapitolazione.
Parma, 6 novembre 2017 memoria di san Severo di Barcellona vescovo e martire
Solitamente la citazione del santo del giorno chiude i post, ma stavolta aggiungo due righe approfittando di questo santo martire di cui si ignora praticamente tutto e la cui Passio riporta una biografia incongruente coi dati storici.
Ebbene questo santo vescovo della città spagnola, se è vero che ne è stato vescovo ed ha versato il suo sangue, spero interceda per far tornare in sé quei sedicenti governanti che stanno lavorando in maniera odiosa per ottenere un’indipendenza assurda.
So bene che la politica e la psicopatologia non sono soggette a quegli eventi fuori dell’ordinario che sono i miracoli ma temo che, al momento, non ci siano altre speranze: la mia amatissima Spagna soffre della perdita di testa di alcune sue parti.