Stanotte ho dormito male e poco; mi sono alzato di malavoglia e con mal di testa; tuttavia nelle poche inquiete ore di sonno ho avuto modo di sognare.
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Mio nonno, materno, il nonno Angiolino era seduto su una sdraio accanto a me; non ha detto nulla; è rimasto seduto per un po’ di tempo poi s’è alzato e se n’è andato; credo di avergli chiesto qualcosa, forse di restare o di dirmi qualche parola, senza ottenere risposta.
Una comparsa fugace; erano secoli che non mi capitava di sognarlo ed anche se ho vissuto con lui tutta l’infanzia, fino ai 12 anni, quando è morto, non ricordo quasi nulla di lui.
L’unico della famiglia assieme alla mia prediletta zia mia omonima di cui mia madre non ha mai parlato male, anzi a lui voleva bene, a differenza di mia nonna che era la bestia nera di casa.
Io lo ricordo come un uomo mite, grandissimo lavoratore, taciturno (chissà da chi ho ereditato io): in casa lasciava comandare a mia nonna e probabilmente faceva bene visto che a contraddirla si guadagnava di avere la vita impossibile.
Non ho mai saputo perchè abbia sposato mia nonna, che mi dicono da giovane fosse bella anche se gravemente minata dalla poliomelite (aveva un piede deformato in modo importante) tanto da camminare sostenuta da un bastone ed una stampella: ebbero comunque otto figli.
Di entrambi i nonni mi sono stati raccontati alcuni aneddoti ormai epici: mio nonno era notorio che non avesse paura di nulla tanto che da giovane c’era un cane che aveva morso qualcuno (non so chi fosse) ed era molto aggressivo, pensavano fosse rabbioso.
Fu chiuso in modo fortunoso nella stalla quando arrivò mio nonno che disse semplicemente “ci penso io”; entrato nella stalla ne uscì coperto di sangue, col corpo del cane, ucciso a mani nude (erano tempi in cui l’animalismo non era ancora in auge).
Di mia nonna, invece, dicono le cronache che, da bambina, fosse costretta a camminare con due stampelle, senza le quali non poteva restare in piedi; suo padre, persona molto pia e di buon cuore, ogni domenica la caricava su una carriola e la portava, a piedi, da casa fino al santuario della Madonna di Fontanellato. Abitavano, ai tempi, a Frassinara, Case Vecchie, adesso frazione del comune di Sorbolo, ai tempi non so (con l’attuale viabilità distante poco meno di 30 km).
Durante una di queste gite, mentre mia nonna avanzava all’interno della chiesa, le cadde una stampella cosa che avrebbe dovuto provocarne l’immediata perdita di equilibrio e caduta a sua volta… ed invece lei rimase miracolosamente (come tutti ritennero) in piedi e la stampella fu lasciata nella basilica come ex voto, sostituita da un molto più comodo e pratico bastone.
Miracolata, dunque, nel fisico: purtroppo non ne seppe approfittare col pensiero, sempre più orientato a soluzioni di tipo manipolatorio dominante.
Lei e non mio nonno ha lasciato “l’impronta” in famiglia, o meglio l’eredità – in questo caso malefica – viene da lei, mentre mio nonno sembra essere passato, quasi in secondo piano, del che c’è da essergli grato.