Il 9 marzo ricorre il secondo anniversario della morte del mio amatissimo amico Roberto Mastri, di venerata memoria.
In questo periodo di dolore straziante la memoria di questo carissimo amico mi dona un poco di sollievo perché ricordo la sua incrollabile fede, la indefettibile speranza e la benevola carità di cui io ero uno dei tanti soggetti beneficiari (ma tanti, nel più assoluto silenzio, hanno goduto della sua bontà).
Non c’era dubbio che non fosse in grado di chiarire alla luce di quel Gesù Cristo che è stato realmente la pietra angolare su cui ha edificato l’intera esistenza.
Spesso mi accorgo che quella che chiamo fede è, in realtà, un significante (come lo chiamava Lacan) mentre Roberto aveva la certezza, e la viveva, dell’incontro col Signore della vita.
Mi è venuto da pensare che nessuno, a parte san Maurizio Malaguti, anch’egli di venerata memoria, ma essendo lui professore non c’era lo stesso rapporto, aveva uno sguardo così buono nei miei confronti; anche i giudizi che formulava senza lasciarsi condizionare dall’affetto, erano espressi in modo tale da essere sempre colmi di misericordia, scevri da asprezza.
Caro Roberto in questo periodo avrei apprezzato moltissimo averti accanto, potermi confrontare, ricevere il sostegno di cui credo di avere bisogno; in realtà so che sei vivente nella comunione dei santi ma faccio una grande fatica a vivere bene questa realtà.
A due anni dalla morte rinnovo la gratitudine per che ho ricevuto da te e grazie a te, sei ogni giorno nei miei pensieri, in buona compagnia.
Prendo in prestito da un amico riminese queste parole di preghiera che sono a te dedicate, come lo sono a mia mamma che non dubito avrai preso a cuore come sempre hai fatto col sottoscritto: “la gioia eterna donagli o Signore e risplenda per lui la gioia luce del Tuo Volto”.
Non dimenticarti di noi, mio carissimo Roberto.
Parma, 9 marzo 2025 memoria del transito di san Roberto Mastri