San Sebastiano nel 2025

“Tra i martiri illustri di Cristo, i soldati occupano un posto peculiare di devozione e fervente zelo presso i fedeli; tra questi, si distingue e viene venerato con grande devozione San Sebastiano, che si dice essere stato il comandante della coorte pretoriana sotto l’Imperatore Diocleziano. Devoto al principe, ma ancor di più a Cristo, Sebastiano si dedicò segretamente all’assistenza e al sostegno dei cristiani, subendo, dicono, un duplice e glorioso martirio, la cui memoria rimase viva nei cuori dei fedeli e nelle opere d’arte create in suo onore, continuando ad essere venerato con pietà e onore. Anche numerosi gruppi, sia di militari che di civili, si sono associati a lui come loro patrono, basandosi solidamente sull’esempio e sulle sue virtù cristiane. Ora, su insistenza dei numerosi Vescovi d’Italia e dei responsabili dei tutori dell’ordine urbano, e anche dell’amato Moderatore Generale dell’Opera Nazionale di Assistenza Religiosa e Morale degli Operai che viene generalmente chiamata con l’acronimo “O.N.A.R.M.O, siamo supplicati con umiltà e insistenza, affinché vogliamo benignamente stabilire il lodato San Sebastiano Martire,  celeste Patrono Custode di tutti i Vigili Urbani d’Italia presso Dio.Noi, seguendo le orme dei nostri predecessori, Pontefici Romani, e in linea con i suddetti Custodi, devoti all’ordine della società civile, riteniamo con piacere che tali preghiere debbano essere esaudite, permettendo loro di adempiere fedelmente al loro gravoso dovere con ispirazione cristiana e pietà. Pertanto, consultata la Sacra Congregazione dei Riti, dopo attenta ponderazione di tutto, con Nostra certezza e matura deliberazione e con la pienezza del Nostro potere apostolico, con queste Lettere, stabiliamo e dichiariamo in modo perpetuo e irrevocabile che San Sebastiano, martire, è costituito celeste patrono presso Dio di tutti i custodi dell’ordine civico d’Italia, comunemente chiamati “Vigili Urbani” in lingua italiana, con tutti gli onori e i privilegi liturgici aggiunti, propri dei principali patroni delle associazioni. Non c’è alcuna obiezione, che sia di parere contrario. Questo notifichiamo, stabiliamo e decidiamo che il presente Decreto, secondo consuetudine, sia e rimanga intatto; che abbia ed ottenga i suoi pieni ed integri effetti, e che dia pieno suffragio a coloro a cui è rivolto, a chi lo osserva e lo osserverà, ora e sempre, e così, secondo le norme, dev’esser giudicato e definito; ed inefficace già da ora e nullo diventa se qualcosa diversamente da quanto sta scritto, da parte di chiunque, con qualsiasi autorità, consapevolmente o inconsapevolmente abbia a capitare che lo modifichi.

Emesso in Roma, presso San Pietro, col sigillo di Pietro (il Pescatore), il 3 maggio 1957, diciannovesimo del nostro Pontificato.

Con speciale mandato del Santo Padre

per il Cardinale responsabile degli affari pubblici della Chiesa.

Gildo Brugnola

Dai Brevi apostolici”

Debbo alla squisita cortesia del professor Francesco Gallina la compiuta traduzione del breve apostolico, di S.S. Pio XII, di venerata memoria, “Praeclaros inter Christi”: con questo atto formale e giuridicamente vincolante il Sovrano Pontefice dona alla polizia locale, allora vigili urbani, il santo patrono.

Delle vicende di questo illustrissimo santo ho già trattato, oggi vorrei soffermarmi su una sua caratteristica, che lo ha reso patrono anche dei malati di peste, il doppio martirio.

San Sebastiano, infatti, venne martirizzato due volte; Jacopo da Varagine così ce lo tramanda: “Allora Diocleziano ordinò che fosse legato in mezzo a un campo e trafitto dalle frecce dei cavalieri. Essi lo riempirono di frecce da sembrare un riccio e credendolo morto se ne andarono”.

Questa la prima e più famosa forma di martirio, tramite le frecce (da qui nasce la protezione dalla peste, considerando la simiglianza tra le ferite delle frecce e quelle dell’atroce morbo), ma a questa sopravvisse, non alla seconda: “L’imperatore lo fece flagellare così duramente che l’anima se ne partì dal corpo e fece gettare il cadavere in una cloaca”.

Sebastiano, uomo tutto d’un pezzo, poco incline ai compromessi, molto convinto delle proprie idee, uno di quelli che molto si ama o molto si odia.In questi tempi di ideologie liquide un tipo decisamente divisivo.

Una nota a margine riguarda l’O.N.A.R.M.O., Opera Nazionale di Assistenza Religiosa e Morale degli Operai, fondata nel 1926 da mons. Ferdinando Baldelli; era un’organizzazione di assistenza religiosa, sociale, sanitaria ed economica degli operai, che svolgeva la sua attività tra i lavoratori di ogni tipo di azienda e tra le classi più povere.

Ora faccio presente che la richiesta di affidare i viggili a san Sebastiano venne da alcuni comandanti (anche a loro può capitare di avere qualche buona idea) e dal Moderatore Generale di questa pia opera: operai … non poliziotti.

Ricordo che a Cesena si diceva di un figlio renitente allo studio che era destinato a fare “l’edile” altro nome della nostra categoria.

Di acqua sotto i ponti ne è passata tanta da allora ed oggi manco più una qualsiasi O.N.A.R.M.O. (nel frattempo disciolta) riesce a portare alla ribalta la ridefinizione della professione.

Me ne lamentavo qualche giorno fa con un amico che mi faceva notare un dettaglio cui spesso non si presta attenzione: per essere protagonisti od oggetto di una riforma è necessario che ci sia in gioco un qualche interesse significativo e la conseguente messa in moto delle organizzazioni che quell’interesse tutelano o sponsorizzano.

Scherzosamente e provocatoriamente mi invitava ad utilizzare come mezzo di locomozione di ordinanza i cavalli, questo avrebbe attirato l’attenzione di vari gruppi animalisti ed una riforma ne avrebbe tratto forza e giovamento: tanto paradossale quanto tristemente reale.

L’ho già detto e ripetuto tante di quelle volte che non vorrei diventare troppo noioso: contro la nostra riforma ci sono interessi tali per cui è inimmaginabile che possa passare.

Nell’ordine, non di importanza: sindaci, molti colleghi, certi sindacati, ministero dell’interno, se vi vengono in mente altri soggetti, la lista è aperta.

Il 2025 sarà, dunque, come sono stati il 2024,2023,2022 a scendere: nessuna riforma o, forse anche peggio, qualche scampolo di modifica giusto per confondere le acque, dividere ancora di più la categoria e chiuderla definitivamente con questa parolaccia, riforma appunto.

Noto, in chiusura, che un governo di centro destra, che si lancia quasi quotidianamente in dichiarazioni roboanti sulla sicurezza e sulle forze dell’ordine ed è al potere da più di due anni, ha mantenuto lo stesso atteggiamento dei predecessori, ossia chiacchiere, vaghe promesse, proposte avanzate, lasciate decantare, lasciate stagionare, lasciate ammuffire, lasciate …Ogni tanto poi qualche onorevole (volenteroso?), non saprò mai se convinto o collettore di consensi presso la categoria, riparte, riprende il percorso, l’iniziativa, le audizioni, le commissioni, i pareri …Senza scomodare il troppo impegnativo Kafka, la nostra riforma mi ricorda il rilascio del lasciapassare A-38: gli amanti di Asterix capiranno subito a cosa mi riferisco.

Chiudo notando che san Sebastiano si distingueva per due attività: il sostegno morale – rafforzava la tenacia dei possibili martiri – e prestava assistenza materiale ai cristiani incarcerati, ma di questo magari il prossimo anno.

A ogni appartenente alla polizia locale i miei più sentiti auguri, seppure personalmente mi senta sempre più estraneo e distante da questa professione (come da tradizione evito accuratamente di partecipare a qualsiasi forma di celebrazione pubblica).

Parma, 20 gennaio 2025, solennità di san Sebastiano martire

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