San Gimignano 2013

San GimignanoRientrato poc’anzi, soddisfatto, come mi aspettavo ed anche meglio.

Impegni urgenti domani mi fanno rimandare ulteriori considerazioni.

Dopo la giornata a San Gimignano son scappato a Rimini dov’ero atteso come testimone, ma questa è altra storia.

San Gimignano, dunque.

Collega nuovo, quello dello scorso anno, purtroppo, ha dovuto occuparsi d’altro.

Viaggio gradevole, temperatura mite, sole, giornata quasi primaverile.

L’attesa della cerimonia scorre velocemente e con tanta gradevolezza.

Il paese è bellissimo, e questo già lo sapevo; i colleghi forse un po’ più freddini dello scorso anno ma sempre gentili; mitiche, invece, per la cortesia, l’addetta al Museo e la segretaria del Sindaco, che ringrazio di cuore per la cortesia, l’attenzione e gli apprezzamenti di cui ci ha fatto oggettto.

Scorsa al museo, che merita, quindi un passaggio nella chiesa di Sant’Agostino, che custodisce gli affreschi di Benozzo Gozzoli, e la tomba del Beato Bortolo di Benedetto da Maiano.

Tutto bellissimo come anche la Cattedrale e la restaurata chiesa di san Jacopo adiacente al convento di San Girolamo .

Qui ho occasione di incontrare l’assessore all’urbanistica che rappresenta l’amministrazione comunale di Modena e di conoscere, anche se di sfuggita, i membri della Confraternita di San Gimignano; persone molto gentili, che è stato un piacere incontrare.

La cerimonia, quest’anno prevede sfilata per le vie cittadine con partenza dalla chiesa di san Jacopo (nell’adiacente convento ho conosciuto la simpatica, arguta e battagliera madre badessa Roberta Lanfredini) per giungere in Cattedrale: corte preceduto da una banda (la filarmonica credo) e da figuranti in costume.

La parte della cerimonia che maggiormente disapprovo è questa: la banda è pietosa e i figuranti proprio non c’azzeccano nulla.

Giunti in Cattedrale, la cerimonia è presieduta da Padre Bernardo Gianni, abate dell’Abbazia di san Miniato al Monte di Firenze, che non indossa alcuna insegna pontificale, come invece speravo (non ho mai assistito ad un pontificale di abate benedettino olivetano); mi viene il dubbio che Padre Gianni sia priore e non abate e comunque, direi, che il problema è risolto dal celebrare fuori monastero, peccato.

Il celebrante citava Riccardo di San Vittore: “Ubi amor, ibi oculus” che io mi permetto di correggere in “Ubi amor ibi cogitatio” , è il pensiero che rende possibile l’amore, non la visione.

La benedizione alla città, fatta dal celebrante dalle due porte, proporrei di variarla un momento perchè come svolta ora è abbastanza brutta: una processione con tanto di gonfaloni, che segue il presidente dell’assemblea fino alle porte non serve a nulla;si potrebbe cambiare facendo precedere i gonfaloni che, usciti sul sagrato, attendono la benedizione, salvo, eventualmente rientrare dopo che questa si sia conclusa.

Finale con buffet, sempre delizioso e ritorno  casa.

Grazie ancora per la squisitezza dell’accoglienza.

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