Rogito a Rimini, in compagnia

Mi è stato fissato un appuntamento in quel di Rimini per formalizzare l’acquisto dell’abitazione per cui pago il mutuo ormai da decenni; dopo avere pagato quanto dovuto serviva stipulare il contratto, tramite notaio e così ho fatto, svuotando quasi completamente il mio sempre esanime conto corrente.

Ho pensato di non fare il viaggio da solo ed ho invitato un paio di amici e colleghi che hanno accettato l’invito, facendomi molto piacere: appuntamento alle 6.30 al parcheggio scambiatore e via.

I due compagni di viaggio erano il più noto dei “cuccioli”, Loris Montanari, ed uno dei più famosi esponenti della vecchia guardia della polizia locale di Parma, Roberto Bandini, detto Bandolo matassense.

Entrambi, a vario titolo, a me molto cari: viaggio tranquillo, con temporale intenso attorno alla zona di Modena, poi sole e caldo; arriviamo in anticipo (non amo arrivare in ritardo) così posso accompagnarli a fare colazione presso lo storico bar pasticceria Rinaldini, in via Coletti, un locale tutto rosa con paste di varie dimensioni e colori, una più invitante dell’altra.

Il ricordo è di anni passati quando capitava di concedermi una colazione a base di meringa e panna; le ho riviste queste meraviglie, ma ho pensato al colesterolo, alla glicemia, alla mia panza, purtroppo riesplosa in questi mesi, e l’ho lasciata da parte in favore di una ben più sobria – si fa per dire – pucciosa che ha ricevuto l’unanimità di consensi dei miei augusti colleghi.

Secondo una ormai consolidata consuetudine il buon Loris mi ha soffiato il caffè che avevo richiesto (lo volevo macchiato ma se l’è bevuto lui senza scrupolo alcuno); l’aveva già fatto con la pizza tempo addietro.

L’orario dell’appuntamento incombeva per cui mi sono portato presso lo studio del notaio, che è stato cortese e competente come ci si aspetta da un notaio, dove ho conosciuto un dirigente comunale non meno cortese: sono stati entrambi ottime conoscenze.

Espletato quanto dovuto, ho pensato di accompagnare gli amici in visita in centro storico: da Piazza Cavour, a Piazza Tre Martiri, al Tempio Malatestiano, Arco d’Augusto e chiesa di Sant’Agostino.

Ho fatto da cicerone: spero di non averli annoiati troppo, parlando di rinascimento, dipinti trecenteschi, stemma araldico del vescovo, storia romana del periodo tra Cesare e Augusto.

Siamo transitati anche davanti alla sede della Coin, momento di Amarcord, dove ho spiegato loro che quello è stato uno dei luoghi significativi della mia vita, che ho accantonato con piacere.

Abbiamo incontrato, con grande piacere l’ottimo Mirco Giacomini, che il tempo non ha scalfito minimamente: un simpatico e gentile poliziotto col quale ho trascorso molto tempo nei servizi antiabusivismo sull’arenile.

L’ora del pranzo di avvicinava e la scadenza del biglietto del parcometro pure per cui ci siamo diretti verso quel di Miramare; avevo promesso a Bandolo che gli avrei fatto gustare quei piatti che gli avevo decantato con alcune fotografie scattate nelle precedenti incursioni riminesi e così è stato.

Avevo chiesto all’amico di sempre, Umberto Farina, unico neo non averlo potuto presentare agli amici parmigiani, non ho coinvolto nessun altro, visto l’orario non propizio ad uscite in compagnia di prenotare un tavolo in quel locale che è una tappa ormai irrinunciabile: la tiro alla lunga per arrivare a parlare, ancora una volta, del ristorante pizzeria del Toro, gestito dalla mitica Teresa.

Ogni volta vengo accolto, da lei e da tutto il personale, con quella squisitezza che trasforma il locale in una stanza di casa dove si rivedono, con piacere, familiari che abitano lontano.

Anche in questa occasione il trattamento è stato come da consuetudine: il buon Bandolo si è affidato alle proposte dell’ottima Teresa (io mi ci affido sempre) e non è rimasto deluso: gli antipasti caldi e freddi ed il primo sono stati fatti fuori con l’entusiasmo di chi è a digiuno di prelibatezze da molto tempo.

Il buon Loris, che odia il pesce (non commento!!!) si è concesso un antipasto semplice semplice ed un piatto di pasta che il piatto poteva essere riutilizzato senza lavaggio tanto era stato pulito dalla scarpetta.

Bandolo si è concesso pure un dolce da vergogna, mentre io e Loris, più sobri, ci siamo limitati ad un sorbetto,

Il pranzo è stato l’occasione per fare a Loris un regalo simbolico: gli ho donato la mia fascia azzurra da ufficiale, segno di trasmissione ereditaria, costituzione di erede.

Gl ho detto di portarla con onore ed orgoglio, come feci io tanto tempo fa.

Questo episodio, mentre lo racconto, mi fa venire in mente le scene spesso rappresentate sui sarcofagi, della Traditio Legis; Gesù consegna la nuova legge a Pietro e Paolo ed il pensiero corre all’idea di ricevere una legge come offerta e proposta che uno può accettare o rifiutare con conseguenze per l’intero universo.

Ma non divaghiamo.

Dopo il pranzo luculliano ci siamo concessi una passeggiata sulla spiaggia semideserta, anche se alcuni giovinastri facevano il bagno, quindi ci siamo rimessi sulla via del ritorno.

Una giornata andata bene dall’inizio alla fine, come non mi accade spesso.

Devo ringraziare chi vi ha contribuito, direttamente o indirettamente; è chiaro che sono mancati gli amici riminesi ma l’orario non era propizio,

Ci tengo a ringraziare il buon vecchio Bandolo, da cui sto imparando un sacco di cose; la sua disponibilità non solo mi commuove ma mi stupisce ogni volta.

Questo amico sembra dotato di quasi tutto quello di cui io manco, da un bel senso pratico a quella schiettezza “fulminante” che gli permette di “sanzionare” l’altro senza farsi carico del malumore collaterale, una brava persona, dalla battuta pronta e con le mani sempre pronte a dare una mano a chi ha bisogno.

Le mie ben note rigidità (la parte fascista del mio pensiero) si infrangono di fronte alla libertà che il buon Bandolo si concede; anche per questo gli debbo gratitudine.

Di Loris non aggiungo nulla, già ho avuto modo di parlarne diffusamente: sto aspettando con pazienza che compia qualche ulteriore passo che mi auguro prima o poi vorrà concedersi il lusso di porre in atto.

Ho sperato di potermi fermare in quel di Modena per salutare un altro amico a me carissimo, il buon Cristian, ma non è stato possibile per via dell’ora.

Tutto è bene quel che si conclude bene.

Un personaggio di questa opera shakespeariana, pronuncia una frase con la quale chiudo: “Non manca mai il successo a chi pratica il rispetto”: nel caso di Bandolo e Loris spero che sarà così, la condizione è presente.

Parma, 23 maggio 2019 memoria dei Santi Lucio, Montano e compagni Martiri

 

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