Altri dipinti che mi sono piaciuti tantissimo, nel Rijksmuseum di Amsterdam, sono stati il paesaggio invernale con pattinatori di Hendrick Avercamp, una tela che ritrae la vita quotidiana in un paese sotto la morsa dei ghiacci. Vi è rappresentata l’allegria di chi non vive il ghiaccio come un problema, con tutti i minuziosi dettagli fatti apposta per piacermi.
Si passa dai giocatori di hockey ante litteram, alle coppie che ballano, al classico trenino: tutto sembra sereno e festoso.
Un altro quadro che ho apprezzato è la pesca d’anime di Adriaen Pieterszoon van de Venne, un’allegoria delle lotte tra cattolici e protestanti, simpatico nel dipingere i cattolici come più “goderecci” e quindi più grotteschi degli austeri protestanti; questi ultimi catturano con le loro reti, munite di fede, speranza e carità, un maggior numero di anime rispetto ai grotteschi cattolici, paludati di ricche vesti cerimoniali ma con visi grotteschi e aiutati da un’improbabile orchestrina che strimpella su una barca in appoggio. Anche il paesaggio parteggia per i protestanti: dalla loro parte sorge il sole e gli alberi sono floridi, al contrario gli alberi della parte cattolica sono tristemente spogli.
Qui trovate un video http://youtu.be/eUB01So820M
Per i protestanti non parteggio ma il quadro mi è piaciuto molto per il solito stile minuzioso e colorato.
Non tralascio di certo gli altri quadri di Vermeer e dei suoi contemporanei, Pieter de Hooch, con i suoi Donna con bambina, in dispensa e una madre che spulcia il proprio bambino. Sembra che fosse un genere dell’epoca rappresentare ambienti quotidiani, dignitosi, poco affollati…
Sono tele con scene minimali, mai affollate, tuttavia curatissime nei dettagli e raffinate nella costruzione.
Sembra che i pittori volessero immortalare come un capolavoro le scene dell’ordinarietà quotidiana.
Non solo tele sono custodite nel Rijksmuseum; ho gradito moltissimo, ad esempio, l’autoritratto di Johan Gregor van der Schardt, in legno, un’opera bellissima che rappresenta il busto dell’autore, uomo maturo, dal viso virile e austero ma che ispira serietà e fiducia.
Poi c’è un curioso violino in porcellana, che non è utilizzabile per la musica ma che doveva certamente ottenere l’effetto che il committente si attendeva: lo stupefatto spettatore doveva ammirare la bellezza del manufatto e meditare sulle capacità tecniche degli artigiani della porcellana di Delft.
C’è anche una collezione di arte asiatica che apprezzo giusto come curiosità, troppo distante è quel tipo di cultura rispetto a quella occidentale: le grottesche statue dei guardiani sono deliziose nei loro eccessi. Il pezzo più curioso mi è sembrato il porcellino salvadanaio che deve essere stato inventato in Oriente.