Scrive la dottoressa Raffaella Colombo, presidente della Società amici del pensiero: “Le ricorrenze di calendario toccano gli affetti e sollecitano i ricordi”, così accade anche a me.
La ricorrenza è quella del primo anniversario della morte di Giacomo Contri, una figura straordinaria di pensatore, come Freud psicoanalista e filosofo.
Anni fa lo avevo proposto come candidato al premio Nobel; ovviamente inascoltato.
Ripropongo quanto a suo tempo ebbi modo di scrivere, ritenendolo ancor oggi più attuale che mai.
“Il dott. Contri è psicoanalista e perciò filosofo e in quanto tale produttore di un pensiero offerto a tutti – finalmente il comunismo realizzato? – senza altro copyright che quello del riconoscimento del lavoro compiuto.
La sua opera, il testo fondamentale è “Il pensiero di natura”, consiste nella fondazione di una nuova metafisica, impensata fino ad oggi ed originalissima nel suo svilupparsi partendo dal pensiero di Freud, passando da Gesù Cristo, Kelsen e Lacan.
Metafisica del lavoro, del diritto, dell’economia e della pace, termini finalmente declinabili senza conflitto salvo quello determinato dalla miseria psichica dalla quale ciascuno è connotato.
La vita psichica come vita giuridica è uno degli adagi in cui è sintetizzato il pensiero metafisico del dott. Contri: l’uomo non è animale, dotato di istinti, ma creatura al di là della natura e privo, nel bene e nel male, di una legge di moto che viene ricevuta dal trattamento cui è fatto “soggetto” dagli altri. Il giudizio di gradimento si declinerà secondo il criterio giuridico dell’imputazione (premiale o penale) e la patologia, nelle diverse forme di nevrosi, psicosi o perversione si declinerà secondo il rapporto con questa legge fondamentale.
La legge di moto, dunque, non è data, né preesistente, ma da fondare attraverso il giudizio di gradimento e di imputabilità: lavoro di pensiero come lavoro di fondazione del diritto costituzionale ed universale, l’uomo diventa animale giuridico e parlamento a due gambe.
Nel giudizio di gradimento rientra anche la differenza sessuale, finalmente rispettata e valorizzata per quel che è, una mancata obiezione di principio al rapporto con l’altro, possibilità di lavoro produttivo senza esclusione di quegli affari che normalmente vengono chiamati amorosi.
Il pensiero, scoperto da Freud nella sua costituzione giuridica, viene valorizzato da Contri che individua il modo di uscita dalla crisi che il fondatore della psicoanalisi non era riuscito ad indicare.
Dalla metafisica greca a Kant, tutto il pensiero filosofico viene sottoposto a critica: la metafisica “padronale” viene smascherata e lasciata cadere come un ciarpame ingombrante grazie al vaglio del pensiero di Cristo, laico ed ebreo che propone la metafisica dell’albero giudicabile soltanto dal frutto che offrirà.
Metafisica giuridica perché è l’uomo, inteso come singolo individuo, che ha la facoltà di porre un ordinamento giuridico privo di presupposti schiavizzanti ma non meno universale o vincolante e prima premiale che penale.
Nobel per la pace perché venute meno tutte le “sfere” dei sessi, dell’intimità, del privato, del sentimento, ecc. ecc., è possibile pensare al rapporto con l’altro con modalità non conflittuali ed anzi risolutive della conflittualità attraverso il giudizio di gradimento e la relativa sanzione, pubblica, efficace e senza necessità di infinite guerre e vendette.
Il pensiero giuridico è anche, e non può non esserlo, economico perché l’universo, che non preesiste, si tratta di fondarlo e di renderlo abitabile attraverso un lavoro di correzione (cum regere) che implica un giudizio di convenienza: cade l’oblatività del disinteresse, che lascia il posto ad una nuova metafisica dell’interesse, di qualunque tipo questo sia, con implicazioni economicamente inesplorate”.
Ricordare Giacomo Contri è testimoniare pubblicamente l’esistenza di una miniera d’oro, il suo lavoro, messo a disposizione, a portata di mano di chiunque voglia allungarla, la mano.
Parma, 21 gennaio 2023 memoria di sant’Agnese, vergine e martire