Oggi Cristo è risorto, nonostante la nostra (mia) indifferenza, i crimini che nel mondo sono compiuti, le stragi di cristiani di questi giorni (per le vittime nel campus di Garissa non ho sentito tanti “Je suis Charlie”, forse perchè sono martiri anonimi e non esponenti dell’intellighenzia di sinistra…), le guerre in corso…
Cristo è risorto ma non credo sia risorto per noi; quel che è accaduto ha avuto origine da un giudizio, espresso su un’esperienza vissuta: il Figlio del Signore ha voluto sperimentare la carne e si è incarnato.
Ha condotto una vita “qualsiasi” fino a che il suo insegnamento non ha assunto una notorietà ed una pericolosità che l’establishment religioso e politico di allora non avrebbe potuto tollerare oltre (oggi non lo avrebbero crocifisso ma ospitato in tutti i talk show); la sua autorità era tale da mettere in pericolo trono ed altare.
Hanno provato a tirarlo per varie giacchette (si aspettavano che diventasse un leader nella ribellione ai romani, un sovrano terreno) salvo scoprire che non la mandava a dire: parlava apertamente e con franchezza, con autorità, appunto.
Amava vivere bene, essere ben trattato, oltre i formalismi di chi fingeva di onorarlo e, in realtà, gli stava prendendo le misure (per il sudario), così non aveva obiezioni cioè pregiudizi verso chicchessia: pubblicani, prostitute, centurioni romani.
Non era religioso, non credeva in Dio, ma intratteneva ottimi rapporti col Padre (e con lo Spirito Santo) e con le donne.
Venuta l’ora estrema, chiede al Padre di risparmiargliela, se possibile, ma accetta quel che avrebbe potuto evitare se si fosse mosso diversamente.
Viene ucciso, come sappiamo, e dopo tre giorni risorge perchè ha pensato che col corpo si vive meglio; non è stata un’esperienza negativa, un giochetto da divinità che assume una forma umana per giocare coi sudditi.
Nel corpo ci è stato bene, ha valutato che lasciar perdere il corpo sarebbe stata una perdita, così è risorto ed ha messo a disposizione di tutti, a partire dagli apostoli, quel che ha vissuto lui, a partire dal suo pensiero.
Stamattina il sacerdote celebrante si chiedeva: perchè non è apparso a tutti, specie ai suoi nemici, a coloro che lo avevano condannato, deriso e crocefisso e quindi a tutti gli altri, esibendo la forza e la divinità.
La sua risposta è stata questa: amando la nostra libertà, un comportamento siffatto ci avrebbe “sottomesso”; ha azzeccato la questione; già dalle tentazioni del diavolo aveva rinunciato (rifiutato) di comportarsi da Dio, come avrebbe potuto contraddirsi e così clamorosamente?
Creati a Sua immagine e somiglianza, per essere suoi amici, non schiavi (trovo che sarebbe da mettere all’indice quel canto che dice “farsi schiavi è libertà”).
Quale profitto ne ha tratto?