Ho terminato la lettura di “Partigia” il volume di Sergio Luzzatto dedicato alla lotta partigiana in Piemonte e Valle d’Aosta ed in particolare agli eventi che hanno visto protagonista, per un brevissimo periodo, Primo Levi.
Chissà, forse perchè era coinvolto Levi, ma mi aspettavo qualcosa di diverso, un’aspettativa di quelle che nascono dalla non conoscenza e che spesso sono deludenti per la sopravvalutazione di cui erano circonfuse.
L’inizio è stato, quindi, un po’ noioso, poi è scivolato via bene.
Non mi ha, però, suscitato particolare emozione o interesse; quando leggo un libro spero in qualcosa di più. Speravo, a dire il vero immotivatamente, di scoprire la storia dell’esecuzione dei due componenti della scalcinata banda partigiana di cui lo stesso Levi è stato componente (e protagonista dell’episodio) e di avere maggiori chiarimenti sull’atteggiamento di Levi e dei suoi compagni.
Ho scoperto in rete un certo dibattito sul volume, dibattito che ignoravo totalmente e che mi ha suggerito alcune riflessioni più attente.
Mi confermo nella simpatia per il popolo di Israele anche se immagino che ne abbia combinate di ogni (ma citando Gesù: “chi è senza peccato…”), così come ne ha subite di talmente nefande da essere assunte a paradigma di orrore ed abiezione.
Il libro mi è stato utile cartina di tornasole rispetto alla crisi che sto vivendo in questo periodo ed anche in relazione all’intera esistenza rispetto alla quale ho molti margini di correzione e miglioramento.
Mi è dunque accaduto che lo spirito critico si assopisca e non so come procedere nel giudizio di qualcosa che ho letto o mi è accaduto, una sorta di afasia del pensiero.
Potrebbe essere chiamata anche inibizione.
Ci sono periodi, uno è questo, in cui gli aspetti di inibizione prevalgono pesantemente.
L’angoscia segnala il blocco del pensiero.
Ripensandoci a distanza di qualche giorno ho considerato alcune cose in maniera alquanto diversa: il lavoro, anche quello di pensiero, ha come componente fondamentale il tempo.
Tempo e lavoro sono due temi da approfondire.