Olimpiadi del restauro

Ho letto stamattina un interessante articolo di Pierluigi Battista sul Corriere della Sera, dedicato alla scelta olimpica del governo del grande promettitore.

Faceva notare il giornalista che il suddetto promettitore critica tutti coloro che dissentono, accusandoli di essere gufi, rosiconi o chissà che altro. Ogni dubbio od obiezione viene rispedito al mittente senza che venga effettuato alcun esame di realtà: basta volerle e le cose accadono, guai ad avere una versione diversa o alternativa.

Se è questo il nuovo che avanza…

Io sono fortemente contrario alle olimpiadi in Italia; mi accontenterei di qualche linea di metropolitana in più a Roma, magari opere infrastrutturali, tecnologiche anche, restauri ben fatti di tanti luoghi bellissimi e trascurati.

Ecco cosa si potrebbe organizzare: le olimpiadi del restauro e della conservazione dei beni culturali.

Un sogno: una Pompei messa finalmente a posto e fruibile, valorizzazione dei bronzi di Riace, sistemazione del centro storico di Palermo…

Nulla di eclatante, ovvio, niente da sbandierare con tanta enfasi, ma tutelare e rilanciare la cultura, la bellezza e la sua fruibilità (parchi, giardini, mobilità sostenibile, piste ciclabili), se ci sono soldi da spendere, invece di sprecarli nelle faraoniche opere olimpiche, investiamoli nel salvaguardare un territorio che è fragilissimo, come le alluvioni recenti ci hanno drammaticamente mostrato.

Certo il grande promettitore non avrebbe grandi folle da imbonire e forse lascerebbe un segno per le generazioni future, ma mi rendo conto che è impossibile, vinceranno le olimpiadi e i pecoroni italioti lo osanneranno.

Italia, paese irreformabile.

Sempre dal Corriere, in versione online, leggo il discorso, importante del Papa, le 15 malattie che colpiscono la chiesa: l’articolista deve essersi terribilmente emozionato, nell’affrontare sì importante testo, non credo di avere mai letto un pezzo con così tanti errori, trascurato: saltati gli spazi tra molte parole, volatilizzati gli accenti (Gesu… sigh). Mandiamo in ferie il redattore, ne ha urgente bisogno: resta la benevolenza verso il Corriere ma mi aspetto che gli articoli siano più curati, l’edizione online è davvero strabordante di errori.

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