Note a margine che vuol dire?
Come da tradizione consolidata anche quest’anno ho bigiato la cerimonia di san Sebastiano e non certo per mancanza di rispetto al santo patrono.
Come da tradizione consolidata ho preso un giorno di ferie.
Ne ho approfittato per fare un salto (letteralmente) in città per acquistare dei bottoni (di solto li attacco, con micidiale perizia); sono andato in un negozio storico di piazza Ghiaia, arrivandoci da piazzale della Pace, dove ho trovato un curioso melting pot di lattine, bottiglie, contenitori di cibo, cartacce e simili, il tutto accompagnato da giovani e meno giovani personaggi intenti a consumare e abbandonare in giro i resti del loro spirito di conviviale condivisione; al ritorno ho leggermente deviato l’itinerario per avere l’insperata fortuna di imbattermi in una sagoma longilinea e nerovestita intenta a lasciare un liquido (siamo una società liquida o no?), ricordo del suo passaggio, a fianco, peraltro, di similari precedenti prestazioni.
Ma quel che importa sono i bottoni che mi serviranno, a breve, per sostituire quelli argentati che staccherò dal cappotto, rinvenuto dormiente nell’armadietto che sto gradualmente svuotando di tutto ciò che non è essenziale.
Dopo l’armadietto seguiranno le cose dell’ufficio ma con calma.
Tra tutto questo trambusto mi capita di vedere un post di un amico (ché tale immodestamente mi considero), il Mega Comandante Galattico di Ferrara, il mito, epico e topico Claudio Rimondi.
Ebbene il buon Claudio scrive: “Eh si, per me è l’ultimo San Sebastiano del mandato per cui sono stato assunto. E la commozione mi ha pure fatto venire gli occhi lucidi in molti momenti”.
Parole di commiato cui non voglio credere: è impossibile che Claudio abbandoni l’incarico di comandante o che l’amministrazione comunale di Ferrara decida di fare a meno della sua opera, sarebbe l’ennesimo schiaffo alla (rarissima) valorizzazione di chi è competente.
Penso quindi, all’anticipazione di un bel pesce d’aprile da parte di quel burlone di Claudio, il cui spirito goliardico è universalmente noto.
Mi ha colpito, nelle tante risposte di Claudio, una in cui si definisce “soltanto il coach”: i coach sono merce rarissima, oggi più che mai come ho evidenziato, facendo riferimento ad altre realtà nemmeno lontanissime da Ferrara.
Mi assumo, dunque, l’onere di lanciare una petizione perché il coach Claudio continui nella sua preziosa opera che sia a Ferrara o altrove e magari, con calma, riprenda la peregrinatio academica come docente perché c’è assoluta necessità di comandanti e ufficiali che sappiano trasmettere non tanto (o soltanto) il sapere (per quello bastano i libri) ma il saper fare.
Un forte abbraccio, dunque, a Claudio e ai suoi colleghi ferraresi (ricordo sempre che Ferrara è città straordinaria) cui auguro ogni bene.
Chiudo, però con un rimbrotto, da pignolo quale sono e sicuro che Claudio non si offenderà ma, disgraziato senzadio di un comandante, mi vai a scrivere “Grazie al Vescovo…”?
A Ferrara avete un arcivescovo cui va sempre affiancato il titolo di monsignore, quindi “Grazie a Monsignore Arcivescovo…”
Te possino, caro Claudio.
Parma, 23 gennaio 2024 memoria di santa Emerenziana