Ho ricevuto due commenti al post dedicato alla memoria di Carlo Barbera, mio primo Comandante, in quel di Rimini; due colleghi si sono presi la briga di dedicare un pensiero alle mie parole e alla memoria di una figura che ha lasciato una traccia profonda nella Polizia Locale riminese, traccia di cui ancor oggi si colgono i resti, come col lavoro di un archeologo.
Li ringrazio e li saluto con stima e affetto.
Quel che ho scritto di Carlo Barbera non è né avrebbe potuto essere un elogio a tutto tondo sia perché troppo poco ho avuto modo di frequentarlo sia per vicende articolate e complesse che non conosco nella loro interezza e che sarebbe bene che gli storici locali, trascorse le emozioni del momento, approfondissero, ma gli ho reso un doveroso omaggio: non è figura che potrò (e vorrò) dimenticare.
Mi ha colpito, però, che facendo una ricerca online ieri, non ho trovato tracce della notizia; nessun cenno nonostante Carlo Barbera abbia partecipato attivamente alla vita pubblica di Rimini, ciascuno valuti come meglio ritiene. Mi è venuto da pensare che qualcuno abbia “imposto” o proposto una sorta di damnatio memoriae, il che non sarebbe cosa buona, specie se trova la stampa così accondiscendente, ma sicuramente sono io prevenuto e mi sbaglio.
La morte di un personaggio del suo rilievo avrebbe permesso alla carta stampata di dedicare al suo ricordo, magari anche solo per criticarlo (abbiamo visto con un altro B di peso recentemente come si sono comportati i giornalisti), un certo numero di pagine, magari spalmate in più giorni, materiale che un giornale normalmente non rifiuta mai visto che lo scopo è vendere copie e sono tanti i riminesi che hanno vissuto quel periodo: richiamare (e perché no ricamare) quei fatidici anni Novanta avrebbe avuto buoni effetti, ne sono certo e invece, il silenzio.
Ho saputo, inoltre, che non è stato concesso ai colleghi in servizio di partecipare alla cerimonia funebre, né sono stati autorizzati picchetto e scorta: provo amarezza e tristezza per decisioni che credo si valutino da sole.
Questa vera e propria damnatio memoriae mi fa pensare che ci sia imbarazzo nel fare i conti con quel passato ma, per quanti sforzi quod factum est infectum fieri nequit.
Parma, 12 luglio 2023, memoria di san Giovanni Gualberto, abate