Oggi festeggio, si fa per dire, il raggiungimento dei due anni e mezzo dei cinque che, pare, per contratto e con clausola ferrea assolutamente insuperabile, mi vincolano a Modena.
Sono già trascorsi, appunto, due anni e mezzo, abbastanza di corsa, col fiato sospeso e con pochissime soddisfazioni, tanto che mi auguro di potermene venire via definitivamente da quella città.
In questi giorni, inoltre, sto sperimentando cosa significhi il comandamento evangelico sui genitori.
Il precetto è chiaro: “onora tuo padre e tua madre”; il dottor Contri faceva notare, tempo addietro, che di onorare, non di amare, si tratta, c’è una bella differenza.
Onorare vuol dire avere rispetto, non incorrere in liti o discussioni inutili…
In questi giorni sperimento sulla pelle quanto sia difficile onorare; amare direi che è impossibile.
Quello ritenuto amore è altro, di cui sono vittima da anni e di cui spero di arrivare a liberarmi.
Non vedo niente di buono all’orizzonte