Mercoledì delle ceneri, come vi piace

Mercoledì delle ceneri quest’anno cade il giorno 18 febbraio; non sono stato a Messa e, a dire il vero, ho commesso un peccatuccio di gola (ho mangiato alcune cose dolci, poche e non carne però e ho pure saltato la cena, spero basti).

Giorno delle ceneri, comunque, anche se è andato, almeno al momento, tutto bene.

Giornata pesante ma va bene così, altre ne seguiranno che mi vedono speranzoso.

Ricordo che Giacomo Contri, spero la memoria a corto di zuccheri non mi giochi brutti scherzi, una volta ha sostenuto un pensiero di questo genere: il digiuno quaresimale non è una sorta di rinuncia al cibo, quanto piuttosto la rinuncia all’idea che esista un istinto alimentare.

Mangiare è un atto che origina dal pensiero, è una delle tante manifestazioni, giuridiche, costituzionali dell’uomo: stare a tavola, mangiare (magari quel che altri ha preparato) è esprimere il gradimento sul lavoro di un altro: è una posizione passiva, il cibo ricevuto, che offre una possibilità di apprezzamento.

Il mio pranzo di oggi (un po’ di cioccolato al latte con nocciole) è stato consumato nella solitudine di una sala d’attesa ma non con tristezza, così come mi è accaduto in diverse altre occasioni (penso ad una delle mie vacanze valenciane quando mi acquistai una porzione di riso nero al mercato e me la mangiai seduto su un muretto) anche se meno drammatiche.

Ho sempre considerato l’atto del mangiare come un atto sovrano cui non ammettere chiunque (quando decido di uscire a pranzo o cena con qualcuno lo ritengo un onore che concedo o che mi è concesso); il sovrano non ha bisogno necessariamente di una reggia, anche una foresta può ben essere adeguata poichè la natura ha un senso nel momento in cui è fatta oggetto del pensiero umano. Mi riferisco alla bellissima foresta che ho visto nel fantastico film di Kenneth Branagh “As you like it”, “Come vi piace” che ho visto domenica a casa di Gabriele e Silvia.

Non appena ne avrò modo vorrei parlarne.

L’esilio del duca da parte del fratello usurpatore mi ricorda il mercoledì delle ceneri: astensione dalla forma coatta della “corte”, cioè da certo sfarzo ed esibizione di ricchezza.

Il duca ha rinunciato a comportarsi “da duca”, al narcisismo insito nel ruolo pubblico, civile del duca per porre rapporti giuridici sovrani, in una foresta divenuta la vera reggia (frotte dei giovani migliori vi accorrono).

Rinunciando a comportarsi da duca, come fa invece l’usurpatore, il legittimo duca si è confermato sovrano tanto da riottenere il ducato, non avendo mai perso la sovranità.

Lunga vita al Duca.

                                                                                                                                                   Parma, 18 febbraio 2014

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