Ho terminato la lettura di “La zona franca” del giornalista Alessandro Forlani.
Libro che si legge volentieri, con le pagine che scorrono veloci, senza mai annoiare.
Sfortunatamente il caso dell’omicidio di Aldo Moro rimane un evento non chiarito della poco limpida storia italiana.
Ho vissuto quegli anni da ragazzino di provincia, senza sentire nemmeno l’eco delle tensioni e tragedie che dilaniavano il paese; ancora oggi non mi vergogno a dichiarare la mia ignoranza politica e l’estraneità ad un ambiente che mi sembra in declino irreversibile.
Ne resto convinto sentendo le discussioni di questi giorni, dedicate al caso Cancellieri, il ministro che siede sull’incandescente poltrona di Via Arenula.
Le varie anime del PD sembrano riunirsi nel chiedere la testa del ministro, con Matteo Renzi, in particolare, che scalpita per farle le scarpe: il governo ha da temere da questi rampanti esponenti che, evidentemente, vogliono cavalcare l’onda per loro favorevole, adesso.
Che questo sia utile al paese non so se importi a qualcuno.
Non ho particolari motivi di amicizia verso questo governo, che tassa troppo e sembra procedere in maniera ondivaga, tuttavia apprezzo dei ministri lo stile riservato, la poca presenza sui media, comportamenti da seri funzionari dello stato e non primedonne presenzialiste e litigiose.
Temo che non potrà far molto, ma non credo di vedere, al momento, alternative valide.
Rimango convinto che l’Italia sia un paese che deve politicamente scomparire; serve una palingenesi di cui non siamo capaci, e nemmeno l’Europa lo sembra.
Sono, politicamente, ormai quasi senza speranza.