LaChapelle

Stanotte ho sognato una collega con una ferita al petto che era in compagnia del comandante (che aveva però i tratti somatici di un collega di Rimini, un bonaccione) dopo questa apparizione sono stato svegliato, sempre in sogno, dalla suoneria che ho associato al mio ex capo Umberto, l’alzabandiera.

Ottimo sogno che mi ha permesso svariate riflessioni per il tramite di uno straordinario artista, David LaChapelle, il cui cognome rimanda ad una compresenza di sacro ed osceno, opposti incompatibili.

Ho visitato, nulla sapendo di lui prima, anni fa, a Palazzo Reale, a Milano, una sua mostra e l’ho trovata fantastica: le sue foto sono straordinariamente affascinanti, esagerate, eccessive, barocche, proprio come piace a me, anche se non tutte sono state di mio gradimento: quello che mi piace è la capacità di esasperare e manifestare l’eccesso.

Giornata davvero ottima, in una Cesena immersa nel sole, sferzata da un bel vento e quasi sotto la pioggia tanto era la neve in scioglimento che cadeva copiosa dai tetti.

Leggendo il giornale, sul treno, informato del no alle olimpiadi (concordo in pieno con le obiezioni di Mennea) del governo Monti e delle esternazioni di Celentano al Festival di San Remo (non me ne importa un ciufolo) mi trovo, comunque, stimolato dai pensieri dei vari giornalisti: è un bel modo di iniziare la giornata.

Chissà che non si aprano inaspettati orizzonti.

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