la satira e le donne

Oggi, come in parte anche ieri, mi sono dedicato al giardinaggio, acquisto e messa a dimora di fiori, mentre in giardino degli splendidi narcisi gialli fanno bella mostra di sè, annunciando, col loro intenso colore, che il sole ha vinto contro le tenebre dell’inverno e la primavera è alle porte.

Adoro i giorni che si allungano, il sole che riscalda l’aria frizzante ed i colori dei fiori.

Margheritine, narcisi, giacinti, garofani, violaciocche contribuiranno a rendere più piacevole ogni mio ritorno a casa dal lavoro.

Poi mi sono dedicato alla lettura del giornale dove ho scoperto un’altra di quelle polemiche che in questo periodo è giusto che occupino tanto spazio.

Le polemiche sulla satira che vede protagonista il ministro Maria Elena Boschi: povera ministro vittima della cattiveria degli invidiosi che la prendono in giro.

E pure il Parlamento ci rimane male: il Presidente della Camera dei Deputati trova sessista la satira sul ministro, un deputato scrive alla Rai per lamentarsi.

La sinistra non ama essere oggetto di satira?

Proporrei una legge che vieti di satireggiare le donne, belle e di sinistra.

Scopro poi l’11 di marzo le battute dell’onorevole Giuditta Pini, guarda caso di Modena: una riguarda i dolori alla mascella quale conseguenza delle oltre 7000 preferenze ottenute alle primarie (in risposta alle accuse di un parlamentare pentastellato sulle candidature delle donne del pd, ottenute, a suo dire, grazie a certe prestazioni sessuali), l’altra è l’evocazione di Lorena Bobbit che dovrebbe turbare le notti degli onorevoli che hanno bocciato le quote rosa.

Evidentemente la par condicio di genere è al ribasso: il linguaggio scurrile era considerato, un tempo, pertinenza solo dei maschi e dei meno raffinati tra questi quali gli scaricatori di porto.

Sarà ironia, ovviamente, ma un po’ greve.

Sono ancora in attesa delle novità che le donne dovrebbero portare nel mondo o forse sono così ottuso da non essermene accorto.

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