Mi sono licenziato così che il mio rapporto di lavoro è ormai agli sgoccioli; in concomitanza con questo lieto evento sono accadute alcune “disgrazie” che mi hanno reso ancor più contento di andarmene.
I fatti, in breve: a seguito di una ispezione ministeriale effettuata nel 2006 il ministero ritiene indebitamente corrisposta agli operatori di P.M. l’indennità di disagio, invitando il comune a recuperare le somme illegittimamente pagate con una nota del 23 luglio 2010 (4 anni dopo l’avvenuta ispezione: ci hanno pensato a fondo).
Il frutto di tanta cogitazione ministeriale ha come ricaduta quella di stimolare il mio datore di lavoro che fino al 22 ottobre decide di mantenere il profilo cogitabondo del ministero e riflette, riflette e chissà su cosa riflette … il 22 ottobre convoca i sindacati e li informa che, avendo ricevuto una missiva dal ministero in luglio, nella busta paga che verrà consegnata a giorni sarà sospesa l’indennità di disagio.
Il 25 ottobre ricevo via mail la busta paga, il 26 ricevo altra mail con la stessa busta paga ed una comunicazione firmata da una dirigente che avvisa, con totale serenità, come se informasse di un lieto evento, che mi viene sospeso il pagamento dell’indennità di disagio; aggiunge però che la sospensione ha carattere cautelativo e strettamente temporaneo.
Essendo un comune, il nostro, amministrato dalla sinistra, guidato quindi da un forte spirito egualitario, succede che la dirigente informa che l’indennità è stata sospesa anche agli agenti che nulla devono restituire all’ente in quanto assunti dopo il 2006, parafrasando il Vangelo: beati gli ultimi perché saranno i primi ad essere salassati.
A questi ultimi, tuttavia, verrà restituita subito, con la prossima busta paga: che generosità, che efficienza, che tempismo e immagino che dovranno pure fare gli straordinari per sistemare questo disguido; oso pensare che l’indennità di disagio sarà conferita, per il prossimo anno, anche a questi solerti impiegati che hanno dovuto provvedere a sistemare questi svarioni contabili in tempi così brevi, chissà lo stress, attenzione che non ci scappi anche una qualche malattia professionale.
Tutto questo avviene senza una comunicazione preventiva agli operatori, diretti interessati: semplicemente gli si dice, dopo, che mancano dei denari e se uno aveva in previsione una certa spesa per il mese di ottobre, confidando nel solito stipendio, beh mica è colpa del comune se da luglio ad ottobre ha dovuto riflettere su come decidere, unilateralmente, di sospendere il pagamento senza preavvisare chi l’esborso doveva subire.
Brunetta parla di efficienza: spero che gli arrivi qualche vocina che lo informi dell’efficienza di un dirigente che si permette di sospendere il pagamento di un’indennità senza manco avere il coraggio di avvisare prima e di sospenderla pure a chi non doveva essere sottratta: delle due l’una, o è inefficiente il responsabile degli uffici informatici che non è stato capace di elaborare un programma per la gestione degli stipendi tale da poter estrapolare chi è stato assunto dopo una certa data o è inefficiente il dirigente dell’ufficio stipendi che non si è accorta di un dato di facilissimo reperimento (con una telefonata all’ufficio personale o al comando?) come le date di assunzione.
La lettera si conclude con l’avviso che nei giorni successivi gli operatori avrebbero ricevuto una raccomandata con richiesta di restituzione di quanto presuntamente percepito indebitamente con tanto di quantificazione delle somme.
In data 6 ottobre, sabato, alle 15.30 circa, in pieno orario disagiato – altro da aggiungere alla lista – mi raggiunge a casa il messo notificatore (lavorava in straordinario? Sarei curioso di saperlo) per consegnarmi la richiesta: 5608,02 € da restituire; ovviamente non si dice se le somme stabilite anno per anno sono al netto delle tasse né si parla della sospensione di ottobre (è stata detratta questa cifra e in caso positivo da quale annata?).
Evidentemente la lunga pausa di riflessione dei mesi estivi è stata assai proficua: la dirigente ha chiarissimo cosa fare e in che tempi, così che informa che entro il 15 novembre bisogna comunicare l’intenzione di pagare in un’unica soluzione e a versare il dovuto entro il 22 novembre: se ciò non avverrà le cifre dovute verranno trattenute dagli stipendi.
Alcune considerazioni: è mai possibile che un datore di lavoro possa stabilire, all’improvviso, che deve recuperare dei soldi e lo faccia coattivamente senza possibilità, per il lavoratore, di potersi nemmeno difendere magari eccependo errori di qualunque genere?
È mai possibile che un lavoratore, che non ha firmato il contratto collettivo decentrato integrativo e quindi non è responsabile di quanto da altri stabilito, e che ha percepito lo stipendio ritenendolo del tutto legittimo, debba essere chiamato a restituire somme percepite in buona fede?
È mai possibile che nessun dirigente che quel contratto ha firmato sia stato chiamato a risponderne? I dipendenti hanno sbagliato a percepire somme non dovute (non sapendolo) ma i dirigenti non hanno sbagliato a firmare il contratto che stabiliva l’erogazione delle predette somme …
È mai possibile che, in un paese che si vanta – immeritatamente – di dirsi civile, il padrone possa farsi giustizia da solo?
Mi sono rivolto, com’è ovvio ad un avvocato, ma mi sento offeso, umiliato dal comportamento di gente che sembra giocare con la vita di persone che cercano di lavorare in condizioni spesso vergognose, in ambienti inidonei e con veicoli fatiscenti.
Non spero in un ripensamento del mio ex datore di lavoro ma confido che un giudice sappia stabilire dei principi minimi di civiltà; l’ispettorato del lavoro e la Corte dei Conti spero possano chiarire se ci sono responsabilità e a chi debbano essere imputate.
Non commenterò, invece, le affermazioni dei politici: non sono nemmeno degne di essere prese in considerazione; di certo alti dirigenti e assessori importanti sono stati molto solerti nel chiederci di intervenire prontamente e con la massima urgenza quando era in gioco il buon nome del comune in una vicenda alberghiero giornalistica dell’estate scorsa che ha creato non poco disagio nell’amministrazione comunale (ecco chi deve percepire l’indennità: i poveri assessori che debbono, quotidianamente, affrontare quei lupi famelici dei giornalisti), perlomeno ora so, col dovuto anticipo, che fine faranno le presunte 70 ore di straordinario che forse mi pagheranno a dicembre: mi saranno detratte dallo stipendio per colmare la voragine finanziaria.
Ancora una volta vedo massacrato, ancor prima che il diritto, il buon senso, senza che nessuno batta ciglio.