I senatori della repubblica sono eletti tra i cittadini aventi almeno 40 anni e da elettori che ne abbiano compiuti 25; la parola stessa collega questo ramo del parlamento all’anzianità e quindi, alla ponderatezza, saggezza, equilibrio, doti tipiche di chi ha già raggiunto una certa stabilità mentale.
Tradizionalmente è considerata la camera alta tanto che il suo presidente svolge le funzioni di vicario del capo dello stato, in sua assenza.
Una camera dove dovrebbe regnare il paludato conformismo, un po’ conservatore, ma non troppo, dei saggi.
So benissimo di avere appena scritto un sacco di corbellerie perchè nessun luogo è alieno dall’umana stupidità come si è potuto vedere in questi giorni in occasione della discussione sullo ius soli.
Un ministro della repubblica che si dice aggredito (ma le telecamere sembrano mostrare il contrario) lo stesso ministro che scriveva nel curriculum di essere laureata (ed anche lì…).
Senatori della lega che occupano i banchi della presidenza (o del governo, non ho ben chiaro) invece di demolire (se è da demolire) a suon di argomenti, pacatamente, un progetto di legge da loro non condiviso.
Normalmente chi alza la voce e ancor peggio le mani ha pochi argomenti a sostegno delle proprie tesi, il che è poco confortante se consideriamo che i senatori devono decidere delle leggi dello stato.
La gazzarra, inoltre, ha sempre come corollario, la creazione di un clima da stadio per cui le tifoserie si contrappongono e tutti perdono di vista il merito delle questioni, il che succede quotidianamente nei talk show, sui giornali e ovunque due politici si trovino a discutere in pubblico.
Ora veniamo al merito, se possibile: della legge conosco poco o nulla; se non ho frainteso la proposta è quella di far diventare automaticamente italiano chi ha la ventura di nascere in Italia.
Di solito lo ius soli si contrappone allo ius sanguinis che è il principio in vigore attualmente: se sei figlio di italiano, ovunque tu viva, sei italiano.
La sinistra vuole fortemente questa legge che sostiene essere una questione di civiltà; la destra, al contrario, vi si oppone.
Già quando sento dire che è questione di civiltà mi si accappona la pelle perchè non è che fino ad oggi siamo stati incivili (lo siamo e da tempo ma per altri motivi) oppure, se non si condivide l’ideologia del gruppo dominante si è incivili.
Non è questione di civiltà ma di diritto, che è altra vicenda.
Di diritto, non di diritti, da estendere, a chiunque, astrattamente e indiscriminatamente.