Mentre ero al lavoro, lunedì 19, mio padre mi ha chiamato dicendomi che aveva appena presenziato ad un funerale, precisando che si trattava di un nostro parente; la sua poco chiara spiegazione mi faceva capire che il defunto fosse il padre di quello che, solo successivamente, ho scoperto essere il reale deceduto.
Soltanto ieri, avendo modo di guardare il giornale, ho scoperto che il deceduto era Stefano Zibana.
Abitante dell’ameno paese di Sorbolo, mio parente (a mia insaputa poiché l’ho saputo da mio padre quando ormai lavoravo in quel paesello), così svelo un altarino, avendo avuto un parente in politica (del che sono del tutto innocente).
Con questo signore ci ho avuto a che fare per ben due volte: durante la famosissima fiera di Sorbolo, dove lui aveva un piccolissimo “stand” che utilizzava per proporre il proprio prodotto, capsule di caffè.
In quell’occasione, come anche nella seconda, fu estremamente cortese ed offrì il caffè sia a me che al collega che era con me: rifiutai.
La seconda occasione, lo ricordo con tenerezza, era durante la campagna elettorale: la piazza era interamente occupata da gonfiabili ed altre attrazioni per grandi e piccini a sostegno del candidato sindaco che poi avrebbe vinto, Stefano Zibana occupava, invece, con un gazebo automontato e dall’aspetto poco rassicurante, un angolino del parcheggio a lato del municipio.
La contesa era impari, talmente evidente la disparità di mezzi da rendere la scena surreale, soprattutto quando il povero Stefano venne a chiedere se poteva far uso di un amplificatore, cosa che autorizzammo purché mantenesse contenuto il livello delle emissioni.
Gli profetizzai un buon piazzamento visto che alcuni sorbolesi coi quali avevo parlato erano scontentissimi della sindachessa uscente (che infatti vene sonoramente e giustamente trombata)e sbagliai del tutto perchè raccolse pochi voti, insufficienti ad avere un seggio nell’alto consesso comunale.
Vinse l’attuale plauditissimo sindaco, il giovane Nicola Cesari.
Avendo conosciuto un po’ i politici di quella zona devo dire che gli è andata bene, ma credo non fosse rimasto contentissimo del risultato.
Non ho più avuto occasione di sentirlo, avendo abbandonato quei lidi e la notizia della sua morte mi è arrivata inaspettata.
Ne sono addolorato perché mi è parso una brava persona, di più non posso dire.
Parma, 25 giugno 2017 memoria di San Prospero di Reggio Emilia
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