Stanotte è morto mio zio Giorgio.
Ne ho un ricordo, da giovane, molto vago, come di un giovanotto che aveva fatto il militare in marina (chissà se è vero), abbastanza defilato e silenzioso.
L’ho ritrovato, adulto, al matrimonio del figlio, l’ottimo cugino Andrea; eravamo in tavolo assieme ed è stata una bella giornata.
Ci siamo rivisti a Colorno in occasione delle giornate del FAI, prima in piazza poi alla chiesa di Copermio, sempre cordiale ma misurato.
Sono stato a trovarlo in ospedale pochi giorni fa e l’avevo trovato debilitatissimo ma mai avrei creduto che potesse cedere così velocemente e di schianto, lui, un “montanaro” asciutto e atletico.
Mi aveva spaventato, a dire il vero, per la condizione di estrema spossatezza.
Continuerò a ricordarlo come un simpatico giovanotto che vedevo saltuariamente nelle mie rare e contrastate visite a casa dei nonni paterni attorno agli 8/10 anni.
Andando a fare acquisti al centro torri, oggi, mi pareva di vederlo in giro, come spesso succedeva ed allora bastava una strizzata d’occhio d’intesa o un veloce “ciao” per mostrare reciproca simpatia.
Mi auguro possa riposare nella quiete dei giusti.
Anche se a distanza, in un momento di lavoro convulso, sono vicino ai miei cugini Barbara e Andrea.