Il Castello Estense e Carlo Guarienti

Il Castello Estense è un altro dei luoghi che identificano Ferrara, città della mia regione che, l’avrete capito tutti, è a me molto cara.

La mole imponente ed il fossato ancor pieno d’acqua rendono questa costruzione tanto suggestiva che è impossibile non andare a visitarla e ritornarci.

Il primo locale che incuriosisce è la cucina, testimonianza di un impegno nella produzione delle vivande che oggi nemmeno riusciamo ad immaginare: i pranzi e le feste ducali immagino richiedessero un’organizzazione da 10 stelle Michelin anche perché avevano lo scopo, molto scenografico ed impegnativo, di stupire gli ospiti oltre che di renderli satolli.

Anche i banchetti, come arredi, arazzi, affreschi, dipinti e sculture ed oggetti da collezione, avevano funzione politica quindi non invidio certo quelle tribù di addetti alle cucine (che però perlomeno qualcosa credo mangiassero, a differenza di tanti altri); quel che è certo è che i commensali non avevano problemi di linea e di dieta.

Poi le carceri, luoghi angusti in cui fatico (infatti stavolta rinuncio) ad entrare: celle che farebbero impallidire il 41 bis (carcere duro) di cui si discute in questi giorni e testimonianza di come la civiltà, nonostante soste e passi indietro, sia comunque avanzata: qui hanno soggiornato prima di passare a miglior vita i famosi Ugo e Parisina e sempre in questi luoghi di accoglienza hanno trascorso decenni di clausura, in meditazione dei propri errori politici, i fratellastri Giulio e Ferrante d’Este, rivoltosi falliti, rinchiusi nel 1506 dopo aver attentato alla vita di Alfonso I d’Este (il marito di Lucrezia Borgia).

Curiosa storia anche questa: Ferrante, famoso per la sua bellezza, rimase ospite delle patrie galere per 32 anni, fino alla morte, mentre Giulio venne graziato ad 81 anni, dopo 53 di permanenza.

Molto belli gli ambienti coi soffitti affrescati tra i quali la saletta dei giochi, il salone sempre dei giochi, con la rappresentazione di alcuni giochi, quello dei birilli, della trottola, degli otri e il telesiaco (una sorta di salti da effettuare in armatura) oltre a quelli dell’antichità come il cesto (l’antenato cruento del pugilato) o i giochi gladiatori.

Un ossessivo come il sottoscritto non ha potuto resistere all’attrazione esercitata dal salone degli stemmi dove sono rappresentate le armi dei Pontefici e dei cardinali legati da questi nominati, a partire dal 1598, il famoso anno della devoluzione; seguono poi quelle dei prefetti del regno d’Italia ma questa è storia decisamente meno interessante.

Ebbene in queste sale è in corso una mostra dedicata a Carlo Guarienti, uno dei tanti artisti sconosciuti alla mia grassa ignoranza.

Alcune delle sue opere le ho trovate belle e meritevoli di attenzione, altre del tutto incomprensibili o comunque non mi sono piaciute affatto, quindi un giudizio sospeso e in chiaro scuro, in ogni caso una mostra da vedere.

E così mi congedo da Ferrara.

Ferrara, 26 gennaio 2023, memoria dei santi Timoteo e Tito

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