Ho saputo oggi dell’abdicazione di S.M. il re di Spagna Don Juan Carlos I.
Rendo onore ad un sovrano che ha saputo guidare con grande intelligenza un paese che è passato dal franchismo alla democrazia attraversando alcune crisi che avrebbero potuto comprometterne e non poco lo sviluppo.
Sovrano abile, quindi.
Pare inoltre che abbia avuto mille amanti, ma una sola regina, Doña Sofia, che ha sempre saputo comportarsi anch’ella da sovrana.
Probabilmente un po’ satiro ma con una classe imparagonabile riguardo a certi satiri nostrani.
Ha commesso anche lui i suoi buoni errori ma l’avere ricevuto il potere assoluto e volontariamente avervi rinunciato senza rinunciare al potere, mi sembra segno di grande intelligenza.
Ora ha abdicato, termine che mi piace poco, per lasciare il posto al figlio, che diventerà S.M. Don Felipe VI: di re deve essercene necessariamente uno solo alla volta, questo è comprensibile per la politica ma, al contrario, è sbagliato per la vita psichica. Ciascuno è chiamato a diventare re perchè molti sono i chiamati … se poi pochi sono gli eletti dipende dalle false soluzioni, o scorciatoie che uno accetta di far proprie.
Il vitello d’oro, i culti idolatrici dei popoli vicini, la stessa richiesta di avere un re (quando c’era già il Signore) cioè un leader (oggi i partiti cercano disperatamente dei leader ovvero qualcuno che sappia intruppare i seguaci) mentre col Signore ad occuparsi del popolo in Israele erano tutti re, sono tutti segni del decadimento di pensiero che hanno segnato la storia dell’umanità.
Oggi non esiste più un pensiero degno di questo nome, come non esiste più l’idea di sovranità, men che meno individuale: chi comanda è la massa, “pascolata” dalle teorie e dagli “eroi” che sanno incarnarle.
Onore dunque al Re di Spagna e buona fortuna al suo successore ed erede.