“Hanno pensato” e ci penso anch’io

addio

Prima gastroscopia della mia vita, con esito non entusiasmante, ed è un eufemismo: urge cambio stile di vita, che non credo farò più di tanto.

Sono stato assistito dalle amorevoli premure dell’ottimo Federico che mi ha fatto da Angelo Custode, sforacchiandomi il braccio con estrema perizia ed in modo del tutto indolore; non ricordo bene l’evento in sè, presumo a causa della lieve anestesia.

Dovrei davvero cambiare stile di vita, non avendone nessuna voglia.

Ho anche finito di leggere, grazie ad un’interminabile attesa nello studio del medico di famiglia, l’ultima fatica editoriale del dottor Giacomo Contri, intitolata “Hanno pensato”.

Oltre alle citazioni, ampie, di Freud, ci sono una serie di contributi di Contri, il tutto dedicato all’arte figurativa, specie pittura di cui si evidenzia che, anche in questo caso, di pensiero si tratta e non di un presunto regno separato dell’inventiva geniale dei cosiddetti artisti.

Cito alcune domande di Contri, che a suo tempo ha rivolto ad un grande artista William Congdom: “Che cosa sa un artista? chi, che cosa glielo fa fare? qual è il valore delle opere (d’arte)?, c’è un Dio degli artisti?, un artista come tale può ingannare?; può esserci malignità dell’artista e dell’arte?, c’è sempre per un artista un committente? quanti tipi di committenti sono concepibili?”.

Rivolto poi al pubblico, poneva queste: “quanti elementi relazionati tra loro possono convivere in un’immagine? è possibile, in pittura, un’immagine oscena?, e un’immagine non oscena?, è possibile la pornografia?; ed ancora rivolto al pittore: “come ti permetti di essere un artista, e di dirti tale?, ci sono eros e psiche nei tuoi quadri?”

Domande che posso porre a me stesso, non in quanto artista, ma come persona che apprezza le arti, specie la pittura e la scultura, non disdegnando l’architettura.

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