Guerre di religione e gioventù nazionale

In fondo, siamo ancora alle guerre di religione, guerre per il dominio dell’anima (che oggi si chiama coscienza): assistendo alle polemiche di questi giorni, in particolare quelle sulle registrazioni di allucinanti dialoghi tra dirigenti e/o iscritti a Gioventù Nazionale, che mi pare sia l’organizzazione giovanile dei Fratelli d’Italia, mi è venuto in mente George L. Mosse.
Ma prima sgombriamo il campo: incitazioni alla violenza e all’odio sono inammissibili ed intollerabili ed è bene che un partito che è al governo faccia chiarezza e pulizia tra le proprie file, senza fare sconti.
Questo non è mai da dimenticare: no a violenza, odio, discriminazione!!!
Ma veniamo a George L. Mosse, uno studioso di straordinario talento, che ha indagato, con grande acutezza una serie di fenomeni legati alle guerre mondiali e non solo.
Si è occupato, tra l’altro, di razzismo e nazionalismo ed ha ben analizzato il processo di banalizzazione che ha caratterizzato l’esperienza del dopo Grande Guerra; tra tante questioni, ci ha raccontato come il cristianesimo sia stato fagocitato, svuotato dall’interno, tenuto in vita come esoscheletro rimpolpato coi contenuti delle nuove ideologie. Operazione che ebbe un certo successo.
Veniamo ad oggi: una certa parte politica – Lacan citato a sproposito mi suggerisce il termine “supposta sapere” – si è dichiarata erede e custode, vestale, dei valori della Resistenza; ha messo da parte il contributo venuto dagli amerikani e si è proclamata l’erede universale dello spirito resistenziale antifascista.
Una interessante operazione di fuoriuscita dalla storia: è stato creato un tempio, con sacerdoti che detengono ed esercitano il potere di decidere chi sia ortodosso, cioè conforme ai Valori e chi sia eterodosso, ovvero un reprobo da scacciare dal consesso umano.
Una riuscita operazione di creazione di una neo religione, l’Antifascismo Eterno: c’è il satana d’ordinanza, il Fascista Eterno, che rischia di fare accoliti, i neo fascisti, da scovare ovunque, smascherare ed esporre al pubblico ludibrio, che neanche quei dilettanti della santa Inquisizione.
Come ogni buona religione, c’è bisogno, come detto, di una casta sacerdotale, di liturgie e di feste comandate: c’è bisogno di citare il 25 aprile, il 2 giugno, ma anche il 1° maggio, con le immancabili sfilate di tutto il clero e popolo festante?
Esattamente come il cristianesimo di cui ho fatto cenno sopra: svuotate della loro realtà storica, eternizzate e riutilizzate, come feticci, nella lotta politica odierna.
L’indagine su Gioventù Nazionale mi pare ricalcare esattamente queste modalità, con tanto di codazzo di solerti sacerdoti o aspiranti tali a rilasciare le più opportune dichiarazioni perché non deve scappare mai l’occasione per dimostrarsi fedeli.
Dimenticavo: una chiesa non priva di martiri, come la censura a non ricordo che sedicente intellettuale in tv o l’esclusione di un altro da una certa fiera del libro e così via martirizzando stanno a dimostrare.
Ovviamente l’esercizio di censura, violenza ed emarginazione operati per tutelare il sacro nume dell’Antifascismo Eterno non sono denominabili come censura, violenza ed emarginazione, ma sono i dolorosi adempimenti che ogni buon medico deve porre in essere per tutelare la salute dell’intero corpo.
Il pensiero annichilito pone in essere l’ennesimo tentativo di difesa, nell’illusione che la sottomissione all’Antifascismo Eterno possa essere la soluzione che lo liberi dallo scacco; pia illusione, non priva, come ogni illusione, di costi.
E dunque assoluzione della destra e dei giovani protagonisti dello scandalo?
Questa obiezione sarebbe l’ennesimo nascondimento dietro il vuoto dell’Antifascismo Eterno.
La destra italiana di oggi ha avuto minori occasioni prossime di peccato, essendo stata, per decenni, emarginata e isolata come reproba: si trova, adesso, di fronte alla sfida vitale, all’alternativa tra il cadere nella tentazione di opporsi, di diventare speculare alla controparte, divenendone organica e, perciò uguale, oppure …
Oppure lavorare, fare memoria di un certo pensiero conservatore, liberale, non dogmatico, su cui fondare un operare politico che non sia come una larva di cicala che si trova attaccata agli alberi dopo la muta, un puro scheletro.
L’episodio testimonia, come sempre, il primato della parola: chi decide qual è il senso della tavola ha il potere illusorio di decidere chi sono i commensali, il presunto potere non è quello delle poltrone ma del discorso di chi vi si siede sopra.

Parma, 28 giugno 2024, in die baptismi e memoria di sant’Ireneo di Lione vescovo e martire

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