Giornata FAI a Colorno: cappella ducale di san Liborio ed Oratorio della Beata Vergine del Buon Cuore di Copermio.
Mi sono dovuto offrire volontario per un turno 09.00/15.00, cosa che ho fatto ben volentieri dovendo sostenere un’iniziativa assolutamente meritoria come quella del FAI.
Mi sono beccato un tempo infame, un freddo terrificante vista l’epoca ed una pioggia a dir poco fastidiosa, insomma una giornata da dimenticare. Unica nota positiva la visita ad un oratorio che avevo sempre intravisto a distanza e che sapevo chiuso da sempre.
L’Oratorio della Beata Vergine del Buon Cuore di Copermio è, purtroppo, mal conservato, con affreschi ormai rovinati pesantemente e non so quanto recuperabili; graziosi alcuni stucchi ma il resto è tristemente in attesa di restauro e valorizzazione.
Una dei tanti piccoli gioielli che l’incuria italiota ha trascurato e trasformato da patrimonio a debito; spero verrà recuperato ed inserito in un circuito culturale di più ampio respiro.
Ho comunque avuto occasione di conoscere e scambiare idee con persone interessanti e questo mi compensa del freddo patito; ho ricevuto vari ringraziamenti per il servizio prestato, che è stato gradito.
Competenti e cortesi le guide, in special modo un tal giovanotto di nome Simone, se non ricordo male, che con il baffo assassino ed un cappotto a righe molto english, ha saputo fare da degno anfitrione ai vari visitatori; bravo Simone!
Mi sono accorto che avrei potuto contribuire più che degnamente alla presentazione del sito, anche se in divisa non sarebbe stato opportuno.
Mi manca ancora, invece, la visita a san Liborio, ma spero di poter rimediare presto.
Mi convinco sempre più che i gioielli di Colorno andrebbero inseriti nel circuito di Parma e venduti come un pacchetto unico (penso ad un biglietto multiopzione del tipo: Galleria Nazionale, Camera di san Paolo e a scelta una località fuori città); altra cosa da fare sarebbe trasformare la Reggia (e l’ex ospedale psichiatrico) in un museo stabile che esponga opere, magari a rotazione, che languono nei depositi di tanti altri musei italiani.
Immagino che Brera piuttosto che gli Uffizi o Capodimonte per trascurare i numerosi musei romani abbiano opere interessanti, nascoste negli scantinati e che ben potrebbero figurare in uno scrigno come la Reggia ducale.
Immagino che la cosa non sia di semplice realizzazione nel paese delle mille pastoie e dei centomila campanili ma sono convinto che solo superando l’ottusità di vedute che badano solo al proprio misero orizzonte di potere o elettorale si possano ottenere risultati e non credo di esprimere chissà quale idea geniale.