Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore».
Questo brano evangelico, sentito già chissà quante volte, stavolta ha avuto un effetto speciale.
C’è dunque Gesù che parla alla folla da una barca poi si rivolge a Simone e lo invita ad andare al largo e pescare, lo invita a svolgere il suo lavoro, cosa non strana essendo Pietro notoriamente un pescatore e non per diletto ma per professione, con tanto di soci.
Il sacerdote che ha celebrato messa domenica mattina ha spiegato che la consuetudine era quella di pescare di notte, quindi quell’invito di Gesù era perlomeno un po’ strano.
Pietro è un professionista, conosce bene questa regola, ed infatti spiega di avere lavorato per l’intera nottata, senza risultato; avrebbe potuto controbattere che lui era l’esperto e ricordare a Gesù che, tralasciando momentaneamente la sua predicazione, lui era figlio di un carpentiere, magari espertissimo nella costruzione delle barche, ma l’arte della pesca e le sue regole … erano affari di altri.
Pietro aveva tutte le ragioni per opporre un rifiuto anche perché è ben immaginabile la stanchezza della notte poi la sequela del maestro, con quella folla ad ascoltarlo e lui lì presente senza magari avere nemmeno riposato un momento …
Ma c’è quel “ma”, un avversativo, che ridimensiona quanto detto in precedenza: ma sulla tua parola …
Gesù non gli ha dato ordini, né ha fatto un miracolo spettacolare tipo battere le mani e far uscire dall’acqua e posizionarsi in bella vista centinaia di pesci, non si è posto nemmeno come esperto (oggi diremmo un “guru”, un santone ma anche uno scienziato e, perché no, l’intelligenza artificiale): ha offerto a Pietro un’occasione per lavorare uscendo da certi schemi consolidati, da presunte certezze in base a che cosa?
Azzarderei per via del suo parlare con autorità dicibile anche in questo modo: ho fatto esperienza che a seguire quel che dice questo uomo c’è da guadagnarci, perché non dargli credito anche in un campo in cui l’apparenza gioca a suo sfavore?
Perché impedirsi l’accadere di un impensabile/impossibile?
Oggi gli psicologi esortano ad uscire dalla comfort zone, che debbano pagare il copyright al pescatore di Galilea?
Credo, tuttavia, che Gesù non nutrirebbe simpatia alcuna per questa categoria di “sapienti”, come non la nutriva per i preti (di allora e di oggi, con o senza talare o clergyman).
Una nota a margine che è ricordare un’ovvietà: Gesù di Nazareth era ebreo, come più tardi il suo amico Freud.
Oggi l’antisemitismo è in gran voga, chissà come mai.
Parma, 18 febbraio 2025 memoria del Beato Giovanni da Fiesole (detto Beato Angelico), domenicano