“Hai conquistato Roma, ora conquisterai il paradiso”: questo uno dei volgari slogan che hanno campeggiato nella chiesa di san Giovanni Bosco (“Buoni cristiani e onesti cittadini” predicava, il che ha qualche vago rimando ironico) a Roma, durante i funerali che non mi so decidere se definire ridicolmente sfarzosi o sfarzosamente ridicoli.
Non mi sono scandalizzato di quanto è successo, il cattivo gusto è già sufficiente punizione per chi ha bisogno di esibire denaro e potere.
Instrumentum regni, ecco cosa è stato quel funerale, uno show per la massa.
Dice Polibio, che riprendo da wikipedia:
« Quella superstizione religiosa che presso gli altri uomini è oggetto di biasimo, serve in Roma a mantenere unito lo Stato: la religione è più profondamente radicata e le cerimonie pubbliche e private sono celebrate con maggior pompa che presso ogni altro popolo. Ciò potrebbe suscitare la meraviglia di molti; a me sembra che i Romani abbiano istituito questi usi pensando alla natura del volgo. In una nazione formata da soli sapienti, sarebbe infatti inutile ricorrere a mezzi come questi, ma poiché la moltitudine è per sua natura volubile e soggiace a passioni di ogni genere, a sfrenata avidità, ad ira violenta, non c’è che trattenerla con siffatti apparati e con misteriosi timori. Sono per questo del parere che gli antichi non abbiano introdotto senza ragione presso le moltitudini la fede religiosa e le superstizioni sull’Ade, ma che piuttosto siano stolti coloro che cercano di eliminarle ai nostri giorni.»
La questione è sempre quella del Potere o della Religione che Freud nel definirla «quella formazione di Cultura che ha forma di nevrosi ma generale ossia che risparmia l’angoscia della nevrosi individuale, egli riordina e rinomina la religione nella categoria dei sedativi (distinti in chimici e discorsivi), uno dei quali è detto “religione”» (cito da Giacomo Contri).
Dunque molta religione, anzi religione a gogò com’è tipico di varie consorterie tra le quali quella mafiosa e molta esibizione perchè la ricchezza (da coatti) esibita è molto barocca cioè propagandistica e insieme vuota.
Resta l’impotenza che si nasconde nell'(esibita) prepotenza.
Cito ancora Giacomo Contri: “… caso dei ricchi: se non sono stupidi o troppo malati, non si comportano da ricchi. Un ricco può fare tutti gli affari di cui è capace, ma se vuole degli amici, non si comporta da ricco: scapperebbero tutti. Un ricco intelligente non farà sì che la proprietà che gli appartiene, il suo benessere economico, sia tale da diventarne il predicato o significante.”
Questo vale a maggior ragione per sedicenti re di Roma peraltro assai male informati (i parenti sono male informati) perché il Signore, in paradiso, non ama i predicati o significanti quali: da ricco, da potente, da capo, da boss, infatti lui non si comporta … da Dio.
Sono facile profeta nel prevedere, nel migliore dei casi, molti, molti, molti anni di purgatorio per purgarsi di tali pensieri.
In proposito consiglio il sempre imperdibile Francesco Gallina, col suo busillis.