Ieri mi è pervenuta, su facebook, la richiesta di amicizia di Francesco Gallina; giovanotto che non conosco di persona ma so essere stato degno alunno dell’ottimo Gabriele Trivelloni.
Ho accettato subito, stupendomi un poco della richiesta visto che non immaginavo alcun motivo di interesse nei miei riguardi da parte di un giovane poco più che ventenne; stasera riguardando facebook (che frequento davvero poco) ho trovato un suo messaggio di complimenti per il mio blog (cioè per questo).
L’ho ringraziato, come le buone maniere impongono (sono abbastanza incivilito in fondo) ed intendo ribadirlo qui.
Non posso assegnargli la palma del primo scrittore che mi contatta, preceduto in questo dal grande Matteo Nucci (ancora mi emoziono quando penso alle sue email, anche se, devo confessare con un po’ di scorno, non ha poi risposto alle mie), ma del secondo sì e comunque del più giovane.
Gabriele me ne ha parlato in alcune occasioni elogiandolo; su suo consiglio ho cercato varie volte in libreria il suo volume “De perfectione“, senza trovarlo; resta uno dei volumi che intendo comunque leggere.
Ho letto il suo gradevole resoconto dell’esperienza della musica in classe, nel liceo da lui frequentato (raccontava di un’iniziativa di Gabriele, ottimo conoscitore di musica lirica e non solo).
Credo che Francesco sia stato, e continui ad essere, un erede di Gabriele, come si dice erede a babbo vivo (quella a babbo morto, per quanto positiva, risente della crisi del pensiero perchè considera l’acquisizione dei beni – limitata a quelli materiali – come legittima ma solo dopo la scomparsa del precedente detentore, quindi in fondo invidiosa).
Cosa voglio dire? che Francesco incontrando Gabriele ha avuto occasione di incontrare un pensiero messo a disposizione per un guadagno attraverso un lavoro proprio, come succede nella parabola dei talenti.
Il pensiero di Francesco potrebbe esserne risultato fecondato e grazie a questo le sue successive elaborazioni potrebbero essere state arricchite di aspetti prima impensati.
Il suo lavorare come scrittore, come ho già detto altre volte, può essere in questo ordine, anzi ordinamento: lo scrittore elabora un pensiero che trasferisce su un supporto (cartaceo oppure, adesso, anche informatico); in qualche modo si potrebbe dire che fissa un appuntamento cui è invitato chiunque si lasci eccitare, chiamare, senza obblighi o impedimenti (nessuno è escluso e neppure obbligato ad acquistare e leggere un libro).
Una volta comprato il volume, la lettura può essere il vivere l’appuntamento accettato, con messa a disposizione di beni non preventivabili; come ogni appuntamento può andare più o meno bene, dipende da variabili che non sto adesso ad approfondire. Resta che la scrittura e la lettura sono possibili forme di produzione e condivisione pacifica di ricchezza. eredità a babbo vivo.
Dico possibili perchè non ci sono automatismi o garanzie, proprio come ad ogni appuntamento; aggiungo anche che, come ogni eredità, deve essere assunta con beneficio di inventario, cioè ci si deve guardare bene, senza ingenuità. Non tutto quel che viene scritto val la pena di leggerlo, come ci sono appuntamenti che è bene saper rifiutare.
Quello con Francesco è soltanto, al momento, rimandato.