Invitato da mio fratello e mia cognata, strappato un giorno di ferie, ho accettato con entusiasmo l’invito di raggiungere a Firenze i miei nipotastri; è la prima volta che ho l’occasione di passare una giornata in compagnia vedendo cose ammirevoli.
Ottima anche la scelta di Firenze che avevo intenzione di visitare da tempo e che non ero riuscito a raggiungere già tempo addietro causa trenitalia; anche stavolta il tentativo di prenotare l’unico treno che ha un prezzo abbordabile (15 euro) è miseramente fallito; capisco l’investimento sui freccia rossa, bianca o di chissà quali altri colori ma mi sembra assurdo chiedere 27 o 28,50 euro per un viaggio di neanche due ore, alla faccia dell’incentivazione dell’uso di mezzi alternativi all’auto. Basterebbe permettere scelte alternative: non pretendo tanti intercity quante frecce colorate ma sarebbe sufficiente inserire un treno a prezzo umano ogni due costosi.
Fatti due conti mi conviene – pensa che assurdità – andarmene da solo in auto così di buon mattino percorro quell’orribile tratto di autostrada (povera Italia che infrastrutture pietose) che unisce Bologna a Firenze; parto con pioggerellina e tempo bigio per arrivare con un bel sole, una temperatura frizzante ed un cielo terso da cartolina.
Incontro i miei nipoti all’interno della straordinaria chiesa di Santa Maria Novella: la ricordavo vagamente dall’ultima visita che risale a circa una ventina d’anni fa, l’impressione che ne ricevo è notevole, la bellezza è di sicuro impatto e ne sono rapito.
Masaccio, Giotto, Filippino Lippi, Botticelli (anche se temporaneamente in prestito), Ghirlandaio, Duccio di Buoninsegna, Ghiberti, Brunelleschi sono nomi da far tremare le vene e i polsi e che mi hanno rappacificato con una città che non ricordavo con piacere per un’atmosfera troppo mondana rispetto a Roma.
Ci trasferiamo poi verso il Duomo e Palazzo Strozzi dove ambivo a visitare una mostra ormai in chiusura (terminerà il 22 genaio) dedicata alla nascita dell’attività bancaria in Firenze, al suo legame con la città e la chiesa ed al suo declino; l’esposizione intitolata “Denaro e bellezza. I banchieri, Botticelli e il rogo delle vanità“ è di sicuro interesse e senza essere straordinaria tuttavia riesce a ben documentare una tesi, con buon corredo di opere e di oggetti di contorno.
Alla mostra la mia mitica nipotina Laura mi lascia di stucco: avuta l’audioguida per bambini, non si è persa una spiegazione e di ognuna faceva il riassunto, è stata veramente commovente e la ringrazio di cuore per tanta consolazione; ha seguito non solo la mostra ma tutta la visita alla città senza mai lamentarsi.
Sono davvero commosso e spero che presto vorrà concedermi ancora l’onore di visitare con lei qualche bella città italiana o estera.
Usciti da Palazzo Strozzi ristoriamo lo spirito presso un piccolissimo barettino, “i due fratellini” dove gustiamo deliziosi panini a prezzi decisamente equi: io mi sono concesso un melanzane e salsiccia cruda ottimo bissandolo con un salame piccante e caprino degno successore del primo: con poco più di 5 euro abbiamo recuperato energie per spostarci verso i giardini di Boboli che scopriamo essere ormai chiusi; il ritorno ci vede alla ricerca di una rinomata gelateria che, manco a dirlo, è pure questa chiusa; un passante ci consiglia la vista dall’alto di Firenze (a suo dire a 5 minuti di strada, aveva dimenticato di avvisare che erano 5 minuti di ascesa mediante scale), decidiamo di dargli retta ed iniziamo una sfiancante ascesa verso Piazzale Michelangelo da quale si gode realmente una straordinaria vista sulla città circonfusa di una calda luce ormai serale di un tramonto arancio che tinge tutto di calore e serenità. Dal Piazzale ci spostiamo alla chiesa di San Miniato al Monte che non avevo mai visto: la fatica viene ripagata subito: la bellezza della facciata e la straordinarietà degli interni sono un compenso più che adeguato al sudore versato.
All’interno mi trovo un bellissimo mosaico di Cristo Redentore tra la Madonna e San Miniato che purtroppo non si riesce ad illuminare, poi un pulpito bellissimo ed in sagrestia una splendida serie di affreschi sulla Vita di San Benedetto di Spinello Aretino; infine degna di nota è la Cappella del Cardinale del Portogallo, con la tomba del cardinale Giacomo di Lusitania.
La giornata ormai è finita così non mi resta che tornare alla macchina che avevo lasciata in parcheggio, gratuito, nei pressi del centro commerciale di Ponte a Greve: prendo la tramvia che dalla stazione di Santa Maria Novella mi trasborda proprio a due passi dal veicolo; ripercorro in senso inverso l’orribile autostrada e me ne arrivo in quel di Modena immerso nella nebbia, stanco ma assolutamente soddisfattissimo: è stata una giornata bellissima in ottima compagnia: spero che mio fratello riprenda iniziative di questo genere e mi coinvolga.
Per chi mi conosce, peraltro, sa che fatica faccio a guidare ma ne è valsa davvero la pena; la giornata si è chiusa poi con una piacevole conversazione col caro Federico che è sempre un grande piacere sentire, non potevo chiedere di più ad una giornata.
Mi riprometto di tornare a Firenze e vedere quel che ho dovuto trascurare per ovvi motivi di tempo e di velocità di spostamento (mica potevo massacrare i compagni), spero di trovare anche altri compagni di viaggio che vogliano condividere… chissà
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