Dopo alcune settimane di apprensione, finalmente, ho potuto rivedere il mio amico che ha avuto un serio problema di salute; temevo di scoppiare a piangere ed invece è andata meglio del previsto.
Non so quel che ci riserverà il futuro ma serve a poco pensarci: ricordo le parole del dottor Giacomo Contri che sostiene, a ragione, che l’angoscia è solo angoscia di vita, mai di morte.
Come io mi senta è irrilevante, quel che conta sono i progressi del mio amico e ci sono: piccoli passi ogni giorno, piccoli ma passi, cioè movimento verso la ripresa.
Stringerlo tra le braccia, o tenere la sua mano tra le mie è stata una grande emozione; la mia inibizione che mi rende quasi anaffettivo ha ceduto per un po’, lasciandomi libero di abbracciare questo caro amico.
Nel frattempo sono riemersi alcuni ricordi del tempo in cui eravamo giovani studenti e non solo.
Per un bel po’ di anni ci siamo anche persi di vista perchè troppo “antipatico” per me ricordare gli anni del liceo, tanto da averli voluti quasi cancellare.
Poi ci siamo ritrovati e non c’è stato bisogno di molto per ripartire, un po’ come mi accade quando incontro, sempre troppo di rado, un altro amico carissimo, quel Fabio Montebelli che con la sua vita è dimostrazione vivente che il Signore esiste.
Adesso ignoro tutto quel che l’avvenire ci riserverà ma una cosa conta: che il futuro sia vissuto come opportunità, secondo le possibilità che si offriranno.
Tema che mi sta molto a cuore perchè o si produce ricchezza o la sterilità uccide anche il buon seme.
Parma, sabato 25 febbraio, memoria di San Callisto Caravario, sacerdote martire