Dopo alcuni anni di silenzio, con tentativi da parte mia (e pure sua, ho saputo) di rintracciarlo, stamattina mi ha telefonato l’ottimo Federico; non gli ho reso l’onore che meritava – e me ne scuso – ma mi ha preso in un momento di stanchezza e di poca lucidità; rimedierò, ci sarà tutto il tempo.
Il buon Federico è famoso presso tutti i miei amici come destinatario di una delle mie sfuriate giovanili che ancora racconto come aneddoto per cercare – disperatamente ed inutilmente – di dimostrare quanto sia migliorato nell’età adulta.
Mio compagno di scuola ai tempi del liceo – altro secolo – apprezzato nella giusta misura soltanto a partire dal terzo anno, Federico è stato il mio migliore amico degli ultimi tempi della scuola superiore; amico con qualche compromesso da parte sua (non ha mai voluto essermi compagno di banco sebbene ad ogni inizio d’anno spasimassi di speranza) e con numerose intemperanze da parte mia (ero insopportabile ancor più di oggi per quanto si possa stentare a crederlo).
Abbiamo poi studiato assieme, ai tempi d’inizio università; voleva diventare medico: già dal primo anno di liceo lo manifestava con incrollabile fermezza; c’è riuscito e me ne compiaccio, è un uomo che merita, una gran brava persona.
Sono curioso di vedere ora che succederà: non sono in ricerca di riesumazioni ed apprezzo l’archeologia nella misura in cui posso utilizzarla per il futuro; non mi interessa sprofondare nei ricordi così che spero sarà possibile qualcosa di buono per l’oggi e sono convinto che potrebbe anche accadere, da parte mia ci metto la massima apertura possibile.
Spero verranno frutti, unico criterio affidabile per giudicare di possibili rapporti; senza predeterminazione né obiezione a quel che potrà venirne, peraltro una ben maggior vicinanza spaziale renderà possibile una maggiore frequentazione.
Oltre a Federico in questi giorni ho avuto modo di rivedere una ex collega, Roberta T., che ha saputo attraversare una serie di traversie e difficoltà che avrebbero stroncato molti; sono stato anche suo ospite a cena; non tesserò lodi ma posso dire che se l’amicizia è un buon trattamento, lei è una delle amicizie che ho, senza necessità di vederci tutti i giorni o di scambiarci chissà quali confidenze o segreti.
A proposito di cene, non c’è stata sera che non mi abbia visto commensale di qualcuno; al mio arrivo a Rimini ho avuto l’onore di essere invitato a casa del sempre – è una colonna – mio prediletto Umbi.
La cena è stata la solita conferma delle qualità della padrona di casa che unisce alla cordialità dell’accoglienza un’inappuntabile predisposizione di tutti i dettagli in modo tale da rendere ogni serata un evento speciale; la sua classe è così naturale che quello che a me verrebbe come affettazione a lei viene spontaneo e semplice. Ho sempre sostenuto che mangiare è un atto sociale e regale e per questo io non sono commensale di chiunque; il mangiare assieme è un forma di onore che si rende all’altro: Umberto e Luana concretizzano alla perfezione questo buon trattamento dell’ospite.
Non aggiungo altro.
A cena poi anche con Don Piero, come sempre ottimo anfitrione a dir poco ed, infine, ultima uscita con Umberto, Roberta B. e Grazia (c’era anche il figlio di Roberta, un timido adolescente assai simpatico, che abbiamo un po’ massacrato): tutto è stato gradevole e soddisfacente, la serata è scivolata che manco ce ne siamo accorti.
Nell’occasione ho avuto modo di risentire anche altri due colleghi che sono sempre nel mio cuore, Andrea R. e Felicetto che ho anche potuto riabbracciare: due ragazzi fantastici, corretti, educati, gentili, simpatici disponibili e seri, sereni e non arrivisti o narcisisti; mi dispiace non averli frequentati a sufficienza ma mi rendo conto che le barriere generazionali hanno un loro peso in queste cose (so’ vecchio inutile illudersi).
Ho rivisto anche e con grande piacere il mio consigliere comunale preferito (l’unico), l’ottimo Stefano Brunori, persona pulita, disponibile e che si impegna con serietà in quella palude morta (il riferimento è al Signore degli Anelli) che mi pare essere la politica attuale: non ero mai arrivato così in alto con le conoscenze politiche, adesso mi trovo a dare del tu addirittura nientemeno che a un consigliere che è pure capogruppo, chissà dove mi fermerò.
Nella mia visita al comando ho trovato lo scempio delle mie adorate piante di fico e della vite di uva fragola di cui mi cibavo con voluttà; parte degli alberi, in un sito lì accanto, è sopravvissuta allo scempio così che ho rinverdito le vecchie abitudini e mi sono mangiato una decina di gustosi frutti; ho incontrato pure alcuni stagionali che mi hanno bellamente e giustamente ignorato, il che ha sottolineato il senso di estraneità e di lontananza: quelli sarebbero stati i teneri virgulti di cui tanto mi sarei occupato ad inizio stagione – mi è sempre piaciuto occuparmi dei giovani, del loro entusiasmo, della voglia di imparare, dell’assenza di polemiche e lamentele che troppo velocemente arriveranno ad appesantire un lavoro di sicuro non semplice.
Sono andato pure al mercato – l’unica cosa che ho ignorato è stato il mare, non ho messo un piede in spiaggia – ed essendo privo di auto ho utilizzato il bus: la buona notizia è che l’ho trovato pieno, anzi veramente pienissimo (era ora che si iniziasse ad usare i mezzi pubblici) la cattiva notizia è che i biglietti … beh siamo stati in due ad obliterarli; almeno una decina di extracomunitari, venditori ambulanti e non, manco hanno fatto il tentativo di provare ad obliterare o perlomeno mostrare un biglietto: sicuramente erano tutti abbonati e sono io il malfidato e prevenuto di turno, tuttavia qualche dubbio mi resta.
Disturbato dalla confusione e dalla ressa mi ritrovo straniero in una città che sento ormai distante; al ritorno sbaglio pure a prendere il bus così ch mi devo fare una bella passeggiata, ben volentieri, allietata poi dalla compagnia del mio tutor Paolo che da Modena mi ha contattato facendomi molto piacere.
Bilancio, insomma,positivo con qualche speranza per il futuro, me ne vengo contento nonostante l’infinita coda in autostrada per un incidente (ma chissene…) e l’assenza della Wonderdanielina sia alla cena di ieri sera che stamattina (le avevo pure preso il caffè da asporto al bar) e della Piccola Porky’s; rimedieremo presto anche a questa assenza.
Alcune foto strappate alle mie adorate abbelliranno questo post; in particolare alcune rappresentano bene lo spirito di dedizione e di collaborazione delle mie ex cocorite che si sono prestate a fare da mannequin, provando alcuni abiti che ho comprato per mia mamma, questo dovrebbe rendere manifesta la loro totale assoluta disponibilità a chi le ha amate e vezzeggiate per anni; a dire il vero hanno avuto un moto di intensa gelosia quando hanno saputo dei tortelloni che mi ha preparato la fantastica Micaela di Modena … insomma beato tra le donne, ovunque vada a far danni.