Le armate berlusconiane in disarmo o disfacimento, come meglio preferite, riescono ad avere una giornata di gloria, una sorta di Piave mormorante che mette un esiguo freno al trionfo del renzetto nazionale.
Mi auguro che la destra si dissolva quanto prima e Berlusca scompaia definitivamente; solo ripartendo dalle macerie sarà, forse, possibile trovare qualche personalità valida che possa diventare un’alternativa (tanto attesa) all’arrogante capetto che abbiamo oggi.
Un paio di considerazioni veloci: la Campania, una regione dove il paradosso mi sembra sia stato superato, come sempre più spesso accade in Italia. Ci troviamo un candidato ineleggibile, impresentabile e chissà che altro a detta degli stessi compagni di partito (la Bindi, una donna una garanzia: mi consola, e lo ascrivo a merito del renzetto, che pensare che questa sia la sua ultima legislatura e che poi scomparirà nell’oblio che da tanto la reclama, inascoltato purtroppo); un candidato che avrebbe dovuto fare un passo indietro? macché, non solo non fa passi indietro ma vince pure con tutte le complicazioni destinate a conseguirne il che mi fa pensare che gli elettori abbiano quel che si meritano (lo sostengo da sempre) e non mi riferisco alla persona (questo De Luca non lo conosco quindi potrebbe essere persona degnissima e capacissima come non ho motivi per dubitare) quanto alla situazione, assurda per un paese civile, come quella che si verrà a creare.
Per il resto, la vittoria di Toti in Liguria chissà cosa porterà, sono curioso di vedere come queste strane decisioni di piazzare gente da fuori possano far conseguire risultati positivi.
Chiudo col Veneto: confesso la mia simpatia per il veronese Tosi anche se credo abbia sbagliato clamorosamente a dividersi dai compagni di viaggio della Lega.
Sono contento della vittoria di Zaia, comunque, ed apprezzo molto che abbia asfaltato la Moretti; se sommiamo i voti di Zaia e Tosi la Moretti scompare; purtroppo risulta eletta comunque ed un seggio e prebende annesse li avrà in ogni caso, ma almeno sarà condannata all’insignificanza politica, sempre che non debba mettere a disposizione degli elettori le sue competenze per qualche altra poltrona (politiche, europee, regionali… candidatela per la presidenza di Marte).
Con il livello di polemiche e litigiosità che domina la vita politica italiana mi domando chi, oggi, tra gli intellettuali o i ceti produttivi, possa aver voglia di dare una mano a rifondare un paese che andrebbe raso a zero, dalle fondamenta (e anche più sotto) istituzionalmente parlando.
Resta che abbiamo bisogno di serietà e ne vedo poca all’orizzonte anche se la visita di ieri a Vicenza (ne parlerò) mi conforta…
Tifo per l’Italia che lavora.