donde tienes la olla, no pongas la polla

La citazione è un po’ sopra le righe quanto a volgarità, ma espressiva di un pensiero assai comune. Cito un articoletto del 2006 apparso su El mundo: “Hay un refrán que dice más o menos: “Donde tengas la olla, no metas la polla”. El lenguaje es bastante vulgar, pero el contenido no deja lugar a dudas, haciendo clara referencia a las relaciones sexuales en el lugar de trabajo y las complicaciones que esas historias pasionales pueden traer.

Ciertamente el roce hace el cariño, y las horas y la intimidad que se comparten pueden ser caldo de cultivo para despertar el deseo. Además en las relaciones sociales, en general, procuramos mostrarnos educados, cordiales y atentos y se suele ofrecer una imagen más pulida que en la intimidad de nuestro hogar.

Además, al trabajo se suele ir presentablemente vestido, mostrando nuestra mejor apariencia. Con esto no queremos decir que en la intimidad no podamos ser igual de estupendos, pero en algún momento se baja la guardia y pueden aparecer las manías y los malos humores, nadie es perfecto.

Y por supuesto no estamos satelizados de problemas domésticos. Podemos mostrarnos encantadores, sin estar pendientes de los niños, o de que se ha vuelto a estropear el fregadero. No hay tareas domésticas que compartir, ni mando de la televisión que disputar. Somos cuerpos atractivos que aparecen insinuantes en el tedio de la rutina laboral.

Pero mucho cuidado, porque la imagen suele ser engañosa, y los riesgos pueden no compensar. Además, no olvidemos que la pareja que tenemos a nuestro lado, puede resultar un suculento plato en su círculo laboral. Por eso, muchas veces vale la pena cuidar lo que ya tenemos y descubrir la aventura en la proximidad, antes que explorar nuevos terrenos vírgenes, que al fin y al cabo siempre acaban por ser colonizados y convertirse en una rutina más.

Los problemas que se derivan de estos calentones laborales, pueden ser mayores que el placer de la conquista. La situación más incómoda viene cuando uno de los dos quiere romper. Considerando que se tiene que convivir todos los días y seguir interactuando con esa persona. Si la comunicación ya es difícil, mezclar cuestiones laborales y amorosas puede ser una bomba.”

La riflessione nasce da una notizia appresa oggi, di quelle che colpiscono, specie in una piccola comunità com’è quella di un luogo di lavoro dove si incontrano quotidianamente circa 200 persone.

Lascio perdere i pettegolezzi e non parlo nemmeno dei coinvolti, mi limito al detto, che si potrebbe tradurre: dove lavori non metterci il … pisello.

L’invito è a tenere lontano l’interesse sessuale dal luogo di lavoro; ricordo che anni fa, quando lavoravo in ambiente assai diverso, durante un corso di formazione presso l’azienda commerciale in cui facevo il caponegozio (al pensiero ancora mi vergogno), un collega anziano mi disse: “per me i colleghi sono tutti senza sesso”.

Ci avverto una stonatura, una preoccupazione di troppo o meglio un errore di pensiero che definirei come il limitare il rapporto con l’altro a una questione di “polla”.

Nel momento in cui il rapporto con l’altro avviene tramite il fallo mal ne consegue.

Se il fallo è l’unico connotato della differenza sessuale diventa necessario tenerlo lontano dal luogo di produzione della soddisfazione (la olla è la pentola, metonimia per definire il cibo, il luogo ove si produce e quindi il lavoro, efficace, per produrlo) perchè se poi le cose vanno male…

Appartiene alla conoscenza comune, dunque, che quando entra in gioco la polla, finirà male la olla: sana precauzione che è vittima di un errore ovvero il credere esistente la polla.

Shakespeare che la sapeva lunga non a caso ammoniva, ricordando che: “misery acquaints a man with strange bedfellows”, la necessità procura strani compagni di letto. La polla diventa necessità ma anche miseria, squallore.

Dove regna il fallo segue prima o poi l’odio (eventualmente dissimulato sotto le vesti di amore, il che non cambia la realtà) e questo è ben noto.

L’errore sta nel dover trovare un altro posto, che non sia la olla, al fallo mentre sarebbe utile e proficuo per tutti lasciarlo perdere.

La perdita del fallo aprirebbe insospettabili opportunità all’uomo, tutte da esplorare.

Lavoro di civiltà che non pare trovare molti cultori, anzi meglio coltivatori: omnes peccavimus.

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