Daniele chi? ma un certo collega che ho avuto l’onore e il piacere di conoscere in quel mitico amoenus locus di Rimini in cui io facevo il sottocoda del mitico mio capo di allora, Umberto Farina.
Daniele lo volevamo nella nostra squadra ma non ci fu la possibilità di averlo perché altri di noi più potenti gli avevamo messo gli occhi addosso, avendo intuito e poi sperimentato quanto fosse persona seria e affidabile.
Successe così di averlo collega senza poter mai o quasi lavorarci assieme; venne il momento del mio abbandono di quella valle di lacrime (mai avrei pensato allora così provvidenziale, visti gli sviluppi successivi) che anche Daniele lasciò per i caldi lidi di Ravenna dove divenne un capace funzionario di alto livello.
Non ci sentiamo spesso ma ogni volta che capito a Rimini, il pranzo degli amici lo vede sempre apprezzata presenza.
Ieri sera, del tutto casualmente, ho saputo che è diventato Comandante dell’Unione Valmarecchia (con altri candidati degnissimi): i miei complimenti ed auguri.
So che farà bene ed i suoi collaboratori ne saranno contenti perché avranno persona di qualità professionali e umane di rilievo: godranno della competenza professionale e dell’intelligenza di una persona seria, giustamente ambizioso, senza arroganza.
In tempi tristi per la categoria, in attesa di una legge che non verrà (dopo due anni di governo di centro destra è evidente che della polizia locale ai ministri competenti non gli frega una beata mazza), con situazioni locali che spesso inducono nella più cupa depressione (sentivo oggi un servizio dedicato ai ghisa milanesi che devono stare vicini ai cittadini dirigendo il traffico) ed anzi, con un sentore di ritorno alla figura del vigile urbano se non guardia civica (osservate la legislazione che si va pian piano producendo e ne riparliamo tra qualche tempo), le figure come quelle di Daniele (come fu, ai tempi per me, l’impareggiabile Umberto) sono la classica oasi nell’aridità del deserto.
Non sono gli unici, grazie al cielo – conosco altri (che infatti tengo come amici) che non sono da meno, ma l’ambiente generale non mi ispira alcuna speranza.
Ma è vero che qualcuno mi accusò di non essere pessimista ma distruttivo.
La Romagna si conferma terra di talentuosi ufficiali per cui auguro, davvero di tutto cuore, a Daniele di continuare a lavorare e seminare come ha fatto a Ravenna, in attesa del prossimo gradino.
Un caro forte sentito abbraccio con tutta la stima che sai di meritare caro Daniele.
Parma, 25 ottobre 2024, memoria dei santi Crispino e Crispiniano, martiri e del beato don Carlo Gnocchi