Cum grano sali

Chi mi conosce sa che amo lanciarmi in qualche citazione latina, tra le quali la famosa “cum grano salis”, quasi abusata tanto ne è l’uso comune.

Sono rimasto alle reminiscenze liceali, le frasi citabili rimaste in memoria sono poche per cui sono particolarmente dispiaciuto di dover perdere questa.

Ebbene cari ed appassionati lettori perché dovrei smettere di usare, o storpiare, questa celeberrima locuzione?

Tutto nasce il 9 giugno scorso, quando le elezioni europee ci hanno regalato l’ennesima conferma che siamo un paese in dissoluzione; tra i tanti episodi degni di nota, non l’unico, l’elezione di una signora, allora detenuta in attesa di giudizio in Ungheria.

A tal proposito mi sono imbattuto in un articolo, sulla Stampa ma l’ho trovato online sul sito della fondazione Einaudi, di Mattia Feltri, un giornalista che meriterebbe un post a parte perché è entrato di diritto nel mio personale Gotha di persone che stimo assieme, ad esempio, a Giovanni Cominelli.

Che sia d’accordo o meno, la lettura dei loro contributi non è mai sterile.

Veniamo alle parole di Feltri:

“Ilaria Salis è stata eletta e presto verrà scarcerata, e la ritengo un’ottima notizia. Vedere una detenuta in catene – a prescindere dall’accusa e dalle idee politiche – dovrebbe ripugnare chiunque, specialmente se accade in un paese europeo e ripetutamente condannato per violazione dei diritti umani (mai quanto l’Italia, comunque). Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni sono stati bravi e coraggiosi: avessero fallito il quorum, per Salis sarebbe stata una tragedia. Temo però molti ignorino che l’immunità europea è più forte di quella italiana: per l’europarlamentare Salis il processo sarà sospeso e riprenderà soltanto quando non sarà più in carica; per un parlamentare italiano andrebbe avanti, con ritorno in carcere in caso di condanna definitiva. E qui c’è un problema non da poco.

Sia Bonelli sia Fratoianni sono sempre stati fieri avversari dell’immunità parlamentare, o perlomeno dei tentativi di renderla piena com’era prima della riforma del ’93, in pieno giacobinismo da Mani pulite. Ricordo quando un indignato Bonelli minacciò il referendum contro l’ipotesi – avanzata da Silvio Berlusconi e giudicata un odioso maneggio da casta – di un’immunità che portasse alla sospensione dei processi, proprio quello che succede nell’Europarlamento e di cui godrà Salis, grazie a Bonelli.

Però o una legge è buona e vale sempre e per tutti, oppure non è buona e non vale mai per nessuno. E siccome considero Bonelli una persona seria, sono sicuro (quasi sicuro) che domattina, insieme a Fratoianni, depositerà una proposta di legge per reintrodurre in Italia un’immunità piena come quella europea, come quella per Salis”.

Questo l’ottimo Mattia Feltri.

Aggiungo che non sono riuscito a sapere se il trattamento riservato alla signora, nell’aula del tribunale magiaro, sia stato diverso da quello che l’Ungheria riserva ai suoi cittadini in caso identico a quello; sono d’accordissimo che sia degradante quel che le è accaduto ma se fosse stato il trattamento riservato a chiunque sia nelle sue stesse condizioni, beh la faccenda assumerebbe contorni diversi e forse ancor più inquietanti.

Vedremo come finirà; intanto sono curioso di scoprire quali nuovi diritti umani verranno esplorati grazie al prezioso contributo di questa neo eletta: dopo il diritto all’eleganza, «Il diritto all’eleganza, il diritto alla moda è una libertà. La moda è semplicemente umana, non è né bianca né nera», dell’onorevole Soumahoro, chissà che la nostra rappresentante, seguendo cotante orme e provenendo dagli stessi scout talent, non ci guidi a scoprire, che so, le nuove frontiere dell’eleganza nell’arredamento delle case occupate.

Più eleganza per tutti, (tanto paga Pantalone) potrebbe essere il prossimo slogan elettorale di AVS.

A questo proposito mi è venuto da pensare ad una soluzione in vista dell’agognato mio pensionamento: se per diventare deputati europei è stata sufficiente una divisa (per quanto di alto rilievo) o un processo in corso in un altro paese europeo, ebbene ho riflettuto tra me e me ed ho partorito questa possibilità, che ora vi esplicito.

Non ho ambizioni di così alto livello come l’Europa ma una uniforme da ufficiale ce l’ho anch’io; è pur vero che non ho commesso reati ma, se serve, un oltraggio ad un collega magari spagnolo o austriaco (paesi che amo molto) potrei organizzarlo in tempo per le elezioni regionali che a breve dovranno indicare chi succederà al dimenticabile Bonacini.

(Ovviamente chiederei immediatamente scusa all’incolpevole collega)

Quindi, riassumendo: aaa ex giovane di buone referenze, in uniforme con fedina penale immacolata ma disponibile a macchiarla leggerissimamente, offresi per il posto di capolista per le prossime elezioni regionali; si garantisce responsabilità, senso del dovere e dedizione alla causa.

Dopo 5 anni da consigliere regionale, essendo a un passo dalla quiescenza, libererei lo scranno perché ho tantissimi difetti, ma avido non sono.

Nel frattempo, per non avere sempre in memoria la nostra neo eletta a Bruxelles, mi tocca storpiare, stato di necessità, il motto latino del titolo, siate clementi.

Vot’Antonio, Vot’Antonio, Vot’Antonio, Vot’Antonio!

Parma, 23 giugno 2024, memoria di san Giuseppe Cafasso, sacerdote

 

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