Nato e morto nello stesso giorno, però non mi piacerebbe morire il giorno del compleanno, per quel che vale…
Giornata particolare perchè sono stato “abbordato”, in ufficio, dai testimoni di geova, come non mi accadeva da anni.
Ho cercato di essere cortese e non urtare la sensibilità di questi due poveretti, uno dei quali conosco come querulomane; il secondo, al seguito, faceva tenerezza.
Mi hanno proposto di scegliere un opuscolo tra una cinquina; ne ho preso uno per non urtarli, mentre mi chiedevano di morte, dolore, creazione… mi hanno domandato cosa penso della vita e cose del genere; la mia risposta è stata che non credo in Dio e che sono un freudiano miscredente.
La spalla, cioè il secondo testimone mi ha chiesto cosa significasse freudiano ed alla mia risposta “seguace di Freud” ha proseguito “ma questo Freud, in fondo, a cosa credeva?”
Non gli ho riso in faccia per cortesia.
Ovviamente hanno parlato anche della Bibbia, da leggere e meditare e confrontare con quello che dicono i cattolici; ho peccato dimenticando di dire che loro, invece, dovrebbero leggere e meditare le opere del Bardo.
Come ogni giorno, la sera, mi leggo una paginetta di Bibbia, così volevo consigliarli di dedicarsi ad una pagina di una qualsiasi opera di Shakespeare, a scelta.
Autore apprezzato da Freud e non solo perché maestro nell’espressione dell’animo umano, non solo nelle consuete difficoltà psichiche che connotano secoli di letteratura, ma anche per l’abilità di rappresentare l’uomo come istituzione, tra altre istituzioni, nel bene e nel male
Non a caso in ogni opera del Nostro la natura viene sconvolta durante gli eventi epocali che sconvolgono l’uomo ed il corpo sociale, così come la società vacilla e si corrompe quando il sovrano abdica alla sua competenza.
Ha saputo descrivere l’innamoramento (cioè la guerra che segue al fare confusione sull’amore) ed anche la sua correzione: da Giulietta a Caterina.
Credo che ogni sua opera meriterebbe un lavoro capillare di estrazione di materiali preziosi perchè proprio a questo si presta, non è un autore autoreferenziale, narcisista.
Amos Oz lo cita tra coloro che offrono valido contributo contro il fanatismo, ottima idea, di quelle da propagandare.
Amleto è, ma c’erano dubbi? la mia opera preferita, assieme a Macbeth, Re Lear, Tanto rumore per nulla, Come vi pare, ma non mi sono mai annoiato nel leggere una sua creazione.
Mi vengono in mente i famosi alberi della vita, l’ultimo l’ho visto a Bergamo, se non ricordo male: Shakespeare potrebbe stare a buon titolo alla base di un enorme albero della vita perché dal suo tronco si sono nutriti milioni di persone.
Sono passati 400 anni dalla morte e 452 dalla nascita ma lo ascrivo tra i moderni e, sicuramente, tra i miei padri.
Parma, 23 aprile 2016