Stamattina sono tornato al lavoro, giusto per espletare le ultime formalità come la riconsegna di quello che avevo in affidamento e la quadratura dei sospesi.
Al termine delle ore previste, dovevo smontare alle 11.30 per smaltire gli straordinari pregressi, mi sono dedicato ai saluti che sono stati affettuosi e calorosi.
Ma una sorpresa ha messo a dura prova la mia scorza di uomo temprato ad ogni bruttura (sono spiritoso, lo so).
Qualcosa di totalmente inaspettato: le assistenti sociali, le tre ragazze splendide, sia assieme che separatamente, mi hanno regalato una pianta grassa fiorita, un bellissimo esemplare di kalanchoe, agghindata di un bel fiocco color zucchetto di vescovo.
Ho faticato un po’ a trattenere le lacrime.
So di perdere, oltre alle preziosissime professioniste, tre amiche perchè ciascuna, nel proprio ruolo e con le specifiche peculiarità, si è comportata con me, nel tempo, con una disponibilità apertura al dialogo e cortesia di modi che sono stati a dir poco squisiti.
Manuela, Jessica e Cristina sono preziose come persone, prima ancora che come operatrici.
Ciascuna meriterebbe un post singolo ma non voglio essere troppo complimentoso; ricordo che un paio d’anni fa, al mio arrivo, sapevo già che avrei trovato in loro delle ottime professioniste, perchè la loro fama le precedeva; quel che non immaginavo è stato il trattamento che ho ricevuto, da vero signore.
Quando si parla male (giustamente) della pubblica amministrazione, sarebbe opportuno operare numerosissimi distinguo, come in questo caso.
Un collega pensionato da poco, vedendomi con la pianta in mano ha commentato: “tu sei rimasto qui due anni e ti hanno regalato questa pianta, io ci sono rimasto 37 e non mi hanno detto manco grazie”, il che è un giudizio su quanto uno ha seminato.
Ancora grazie alle fantastiche Jessica, Cristina e Manuela; per loro tramite qualcosa di buono mi porto via anche da Colorno (non soltanto loro mi sono state favorevoli, come ho già scritto, ma sicuramente sono tra le predilette).
Sono poi passato da Sorbolo dove ho trovato altre 4 meraviglie, ma senza regalo stavolta: Irene, Roberta, Anna e Cinzia: anche con loro ho provato la stessa triste sensazione che mi dilania l’animo quando lascio persone a me care, ma siamo uomini o caporali? Mi astengo dal rispondere.
Il commiato è sempre un momento durissimo, ma stavolta è stato alleviato dall’invito alla Messa giubilare per gli anziani, lunedì 3 ottobre; parteciperò in qualità di aspirante anziano solo se sarà il Vescovo a celebrare e qui abbiamo convenuto che in sua assenza potrei sostituirlo più che egregiamente: non è la prima volta che mi riconoscono un physique du role da alto prelato, il che solletica molto la mia incommensurabile vanità..
Dopo questi complimenti clericali l’arrivederci è stato più dolce.
Parma, 19 settembre 2016, nella memoria di san Gennaro vescovo e martire