Oggi ricorre, me n’ero completamente dimenticato, la festa della Madonna di Fatima, domani, invece, sarà la festa dell’apostolo San Mattia, non ne sono mai stato molto devoto, purtroppo.
Giornata bella, calda, con un sole splendido, che non è ancora riuscito, me ne lamento quasi ogni giorno, a far sbocciare i tanto agognati fiorellini azzurri che ho in giardino.
La mia visita cardiologica è andata bene, anche se devo fare ulteriori accertamenti (primo posto disponibile oltre la metà di luglio).
La lontananza dal lavoro mi fa davvero bene, mi sento rinascere, anche se oggi ho consegnato alla mia adorata collega tutte le piantine, alcune coi boccioli pronti a schiudersi, che coltivavo a Modena.
Anche la visita pomeridiana di mia mamma è andata bene.
La giornata si è conclusa con l’acquisto di un piccolo pugno di ciliegie (visto il prezzo): da alcuni anni ricordo la data come un evento perchè le ciliegie rappresentano l’apice delle delizie del mio personalissimo gusto.
Probabilmente ne ho già parlato, ma ricordo con dolcezza quando, da bambino, mi capitava di andare a trovare uno dei tanti fratelli di mia madre, a Coenzo, dove c’era una (o più) piante di amarene, altro frutto assimilitato alle ciliegie.
Non ricordo con simpatia i parenti, non ho mai avuto dei buoni parenti, salvo mia zia (l’altra donna assieme a mia madre, in una tribù di otto figli), ma ricordo, con piacere, quando potevo andare a cercare le uova deposte da poco dalle galline di casa e quando potevo mangiare fichi e amarene.
Delle ciliegie si dice che una tira l’altra; mi ci ritrovo e nel mio caso preciso che la difficoltà consiste proprio nella scelta, non riesco a scegliere quale preferire così una dopo l’altra… insaziabilmente perchè non smetterei mai di mangiarle.
Sono una incredibile consolazione.