La chiesa di santa Cristina è tra quelle che non ricordo di avere visitato perlomeno da decenni e decenni.
Ho posto rimedio domenica 19 agosto, dopo la visita alla chiesa di san Vitale.
Che abbia scattato un po’ di foto direi che è banale dirlo, il video, come al solito è su
.La chiesa di santa Cristina è stata retta per un bel po’ di tempo da don Luciano Scaccaglia, un prete che ha fatto di un certo impegno politico, assolutamente non condivisibile e canonicamente da disapprovare, la sua ragione di vita.
Il vedere la bandiera multicolore esposta all’ingresso della chiesa mi ha sempre creato un qualche imbarazzo.
Come credo di avere già detto, don Luciano fu mio insegnante di religione, se la memoria non mi inganna, alla scuole elementari, forse parroco, temporaneamente, nel post terremoto che impose la chiusura della chiesa di san Benedetto ed il trasferimento a Cristo Risorto.
In ogni caso domenica 19 ho rotto gli indugi e sono entrato; anche in questo caso la scoperta ha giustificato la visita: si tratta di una chiesa molto bella.
Affrescatissima, come piacciono a me: è notoria la mia poca sobrietà e quindi mi sono ritrovato subito a mio agio.
La chiesa originaria, ho scoperto, aveva la facciata verso piazza Garibaldi e costituiva il margine della città verso Reggio Emilia; ovviamente è stata ricostruita ma non completamente terminata per mancanza di fondi, nel secolo XVII; anche Parma non sfugge alle incompiute per carenza di denaro, tema ancora assai attuale.
Tanto incompiuta che l’abside, e si vede benissimo, è dipinto (ridipinto a dire il vero nell’Ottocento), cosa che mai avevo visto in quel di Parma.
Fino all’Ottocento furono i Canonici Regolari Teatini a prendersi cura dell’edificio sacro che, infatti, negli affreschi, opera proprio di un padre dell’ordine, Filippo Maria Galletti, celebra la vita del suo fondatore, san Gaetano da Thiene.
La santa cui la chiesa è dedicata, però, è santa Cristina, una martire del IV secolo, vittima delle persecuzioni di Diocleziano, originaria di Bolsena, vittima prima delle torture del padre, contrario alla sua conversione, quindi di quelle dei giudici che le inflissero svariati tormenti, non mortali grazie all’intervento divino.
La giovane martire, di età giovanissima, attorno agli 11 anni, venne infine eliminata con un paio di frecce.
Una chiesa da non perdere, per chi volesse visitare questa città, di cui scopro luoghi affascinanti a portata di mano.
Parma, memoria di San Roberto Bellarmino Vescovo e dottore della Chiesa, di Beato Cherubino Testa da Avigliana Sacerdote agostiniano, Beato Giovanni Ventura Solsona Sacerdote e martire, Sant’ Ildegarda di Bingen, San Lamberto di Maastricht Vescovo e martire, San Pietro di Arbues (Pedro Arbuès) Martire, Beato Sigismondo (Zygmunt) Sajna Sacerdote e martire, Beato Timoteo Valero Perez Sacerdote e martire